Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, entrando nell’aula della Commissione Bilancio per l’audizione sulla legge di stabilità, ha sostenuto: “Se Letta ci convoca, apre una discussione vera e rimette mano alle scelte fatte noi smontiamo lo sciopero. Bisogna che Letta risolva il problema, non è possibile che i banchieri hanno preso un sacco di soldi senza nessun vincolo sulla destinazione del credito alle famiglie e alle imprese, mentre i lavoratori hanno preso solo 1,3 miliardi”.
Ha replicato però a stretto giro il leader Cgil, Susanna Camusso: “Lo sciopero è una forma di pressione, non ci fermiamo. Non mi pare ci siano segni che possono determinare cambiamento di direzione. E’ necessario dunque lo sciopero e ci auguriamo che basti. Chiediamo al parlamento di dare un segno di equità alla legge che oggi non ha”. Secondo la Camusso, occorre “tassare le rendite per ridurre
ulteriormente pressione fiscale su lavoratori e pensionati e non tagli lineari e blocco dei contratti pubblici. Ci attendiamo risposte positive, a metà novembre valuteremo risultati decideremo se continuare la mobilitazione”.
Possibilista su una revoca dello sciopero anche Luigi Angeletti della Uil, ma “chiediamo che venga modificata profondamente perché dovrebbe essere uno strumento per aumentare i posti di lavoro e la crescita. Oggi l’unica leva è la riduzione delle tasse sul lavoro, è l’unica cosa che può avere un effetto in modo veloce. Se il parlamento raccoglierà quel che abbiamo chiesto è ovvio che saremo soddisfatti”.
Intanto, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda e Snals-Confsal hanno convocato una manifestazione nazionale unitaria del settore scuola proprio per protestare contro la legge di stabilità.
Redazione online