Pussy Riot in carcere: presentato appello alla Corte suprema russa

Nadezhda Tolokonnikova (Getty Images)

Da più di due settimane si sono perse le tracce della giovane cantante punk rock russa, Nadezhda Tolokonnikova , condannata dal tribunale di Zubova Polyan per aver “profanato” con il suo gruppo Pussy riot, con una performance femminista anti-Putin la cattedrale ortodossa di Cristo Salvatore di Mosca nella quale avevano cantato una “preghiera punk” contro Vladimir Putin e il capo della Chiesa ortodossa, il Patriarca Kirill.

Nel mese di agosto del 2012, la cantante e due altre componenti della band furono condannate a due anni di carcere per teppismo con l’aggravante dell’odio religioso.

Tolokonnikova è stata trasferita due settimane fa’ dal carcere della Mordovia dove scontava la sua pena e nel quale aveva presentato una denuncia contro delle minacce che avrebbe ricevuto da parte di alcuni carcerieri.
Secondo il marito e portavoce della donna, Pyotr Verzilov, la giovane sarebbe stata trasferita in un penitenziario nella regione di Krasnoyarsk, in Siberia, a 3.400 chilometri da Mosca.
Una notizia che tuttavia non è stata ancora confermata.

Stando a quanto riportano i media russi, i legali della musicista, che compie oggi 24 anni, hanno annunciato di aver presentato, alla Corte suprema russa, un appello per la sua liberazione.
L’ombudsman per i diritti umani al governo Vladimir Lukin, ha promesso di appoggiarlo, secondo quanto riferisce il quotidiano russo Vedomosti.

Redazione

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