Tessere Pd, Renzi: “Sbagliato sparare nel mucchio”

Matteo Renzi (OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images)

Tiene ancora banco, nel Pd, la questione tesseramenti, dopo la scelta di ieri della segreteria di Guglielmo Epifani di stopparli a partire da lunedì prossimo. In un’intervista a ‘Repubblica’, è tornato sulla questione Matteo Renzi, sostenendo: “Finché abbiamo tenuto il bandolo sui problemi veri, lavoro, fisco, legge elettorale, com`è avvenuto alla Leopolda, andava tutto bene. Poi, Cuperlo e Civati hanno cominciato a denunciare il caso degli iscritti. Sicuramente, ci sono situazioni di tesseramento gonfiato. Non ne so niente, non me ne sono mai occupato, ma alcuni sono evidenti. Sarebbe stato meglio intervenire sui singoli casi, e ce ne sono, piuttosto che sparare nel mucchio”.

Nessun problema, secondo il candidato alla segreteria che in molti danno per favorito, sui numeri delle elezioni primarie, anche se questi dovessero rivelarsi inferiori a precedenti consultazioni: “Se vanno a votare due milioni di persone non cambia nulla per la legittimità del vincitore, chiunque egli sia. Io spero che siano tantissimi, cercherò di portare la gente alle urne parlando dei problemi veri e offrendo delle soluzioni”. E sulla conta dei segretari provinciali, Renzi spiega: “Una gara assurda. I segretari provinciali non sono collegati ai candidati nazionali. Io stesso ho votato a Firenze un candidato bravo e mio amico che alle primarie sceglierà Cuperlo. Che dovevo fare? Cambiare idea perché non sta con me? Queste ricostruzioni fasulle fanno male al Pd”.

Poi sulle dichiarazioni di Ugo Sposetti, ex tesoriere Ds, che aveva sottolineato come l’apertura ai non iscritti può portare alle urne “delinquenti e pedofili”, il sindaco di Firenze replica: “Tra i cittadini votano milioni di persone perbene, normali, che vogliono bene all`Italia anche se non si tesserano col Pd. Se poi Sposetti, quando pensa ai cittadini non iscritti, li associa immediatamente alla pedofilia o alla criminalità, che posso dire? Mi spiace per lui. Forse deve farsi vedere da uno bravo”.

Renzi polemizza infine con il regolamento approvato: “Da oggi fino al 17 novembre gli iscritti vengono chiamati a scegliere quale dei quattro candidati escludere dalle primarie. Uno deve uscire dalla casa. Ma così funziona il Grande fratello, mica una forza politica. Detto questo, continuo a pensare che la legittimazione di un segretario votato da milioni di persone sia superiore a quella di un leader votato da poca gente. Se vinco, il mio Pd non sarà mai un partito autoreferenziale”.

Redazione online