A Valencia le cose sono andate come era prevedibile; Lorenzo che scatta come una molla al via, costretto a vincere e sperare in una debacle in stile Phillip Island per Marquez. Ma oggi il pilota Honda è stato un freddo calcolatore ed ha lasciato via libera anche a Pedrosa senza prendersi nessun rischio. Il titolo è andato al più meritevole, non si collezionano podi e vittorie per caso al primo anno in MotoGP, non si diventa sempre per puro caso il più giovane campione di sempre nella classe regina e per giunta al primo tentativo, record su record riscritti nel corso della stagione e strappati ad icone come Mamola, Roberts, Spencer ed Agostini. Il mondiale se l’è costruito passo dopo passo: tanto vantaggio accumulato, da permettergli di resistere al ritorno prepotente di Lorenzo che ha fatto sue le ultime tre gare. Non sono mancati episodi polemici e manovre al limite, ultima quella odierna del maiorchino ai danni di Pedrosa, che deve essere ancora valutata dai commissari di gara, ma che ormai risulta ininfluente per la classifica finale.
Nella lotta al titolo è mancato ancora una volta Dani Pedrosa, oscurato dalla stella nascente del suo compagno di squadra e poco assistito dalla fortuna. Stagione caratterizzata da alcuni acuti per Valentino Rossi, una vittoria arpionata ad Assen e qualche podio, che non sono bastati a rinverdire i vecchi fasti.
Marco Galluzzi