
Nadezhda Tolokonnikova, una delle Pussy Riot condannate per la performane anti-Putin profanatrice nella Chiesa del Cristo Salvatore di Mosca, è rinchiusa in un carcere in Siberia, nel territorio di Krasnoyarsk. Lo hanno confermato le autorità penitenziarie russe. La Tolokonnikova è in quarantena. Stando a quanto riporta l’agenzia di stampa TMNews, Vladimir Lukin, l’ombudsman per i diritti umani russo, ha dichiarato ll’agenzia Interfax: “Mi è stato detto che è in infermeria nel penitenziario del territorio di Krasnoyarsk, in quarantena. Non appena la quarantena sarà terminata, i legali e i familiari di Nadezhda Tolokonnikova saranno informati, nel giro di due o tre giorni, su dove si trova”. Lukin ha anche detto di aver dovuto chiedere informazioni sulla Pussy Riot alla sede centrale del Servizio penitenziario, poiché l’ufficio di Krasnoyarsk smentiva che la ragazza si trovasse in un carcere della zona.
Nei giorni scorsi si erano perse le tracce della Tolokonnikova, dopo che la giovane era stata trasferita dal carcere di Mordovia, dove stava scontando la sua pena di due anni di reclusione, in seguito a un lungo sciopero della fame, per il quale era stata ricovertaa in ospedale, e soprattutto in seguito alla denuncia di minacce ricevute in cella da parte di alcuni carcerieri.
Con le dichiarazioni di oggi, dunque, viene dunque confemato quanto già aveva detto il marito di Nadezhda, Pyotr Verzilov, ovvero che la donna era stata trasfeerita in un penitenziario nella regione siberiana di Krasnoyarsk, a 3.400 chilometri da Mosca.
Redazione