
E’ in corso un’ispezione dei funzionari della Consob e dei militari della Guardia di Finanza nella sede della Telecom, in piazza degli Affari 2, a Milano.
Stando a quanto si apprende dall’Ansa, l’ispezione riguarda alcuni elementi spuntati in questi ultimi giorni, tra i quali l’approvazione di un bond da 1,3 miliardi per cui il cda ha dato il via libera al nuovo piano di riassetto, che prevede tra le altre la cessione della quota in Telecom Argentina e delle torri di trasmissione.
Come riporta Rainews è stata convocata un’assemblea il 20 dicembre, sollecitata da Marco Fossati per revocare il Cda: infatti, ieri Domenico Siniscalco ha lasciato la presidenza di Assogestioni per evitare conflitti di interesse.
Siniscalco da una parte è advisor di Telecom Italia, dall’altra era al vertice di Assogestioni, che nell’utlima assemblea di Telecom Italia ha raccolto intorno a sé il 20% del capitale della società, una quota che se unita a quella del gruppo Fossati, potrebbe mettere in minoranza gli spagnoli di Telco. A causa del suo incarico a capo di Morgan Stanley in Italia, la banca al cui l’ex monopolista delle tlc ha affidato il mandato per il convertendo e la vendita delle torri, Saniscalco aveva un ruolo in conflitto di interessi con quello di presidente dell’associazione che raccoglie i fondi di investimento.
Tra i nodi che restano ancora da chiarire: lo scorporo della rete e la revisione delle norme sull’opa.
L’Asati, il gruppo dei piccoli azionisti di Telecom, ha chiesto al board del gruppo di tlc di inserire il tema Argentina all’ordine del giorno dell’assemblea pre-natalizia. Sembra che la Consob stia ancora seguendo da vicino questa vicenda.
Sulla caso della rete, il viceministro dello Sviluppo, Antonio Catricalà ha dichiarato di apprezzare il piano industriale di 9 miliardi di investimenti previsti in Italia nel triennio, ma non il congelamento del progetto di scorporo: “Lo scorporo della rete è ancora un’idea necessaria per il paese, Telecom deve metterselo in testa, l’equivalence of input non basta”.
Catricalà, ricorda Rainews, ha ribadito contrarietà a modifiche della soglia d’Opa: “Il momento per fare una riforma dell’Opa è sbagliato e questa mia idea è difficile che venga meno perché c’è un emendamento del Parlamento, ma accettiamo la decisione della maggioranza. La riforma sembra fatta contro un’azienda europea e questo crea qualche problema di immagine sul mercato”.
Anche il vice ministro all’Economia, Stefano Fassina, ha parlato del caso sottolineando che il governo “nel merito è d’accordo” con le modifiche alle regole dell’Opa, proposte in un emendamento alla legge di stabilità presentato da Massimo Mucchetti (Pd). “Valutiamo quale strumento sia più efficace, per raggiungere il risultato”, ha detto Fassina.
Redazione
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