
Il primo via libera da parte del Belgio alla possibilità di estendere l’eutanasia anche ai minori malati in fase terminale ha sollevato un vespaio di pareri contrari in Italia, dove le uniche forze sociali e politiche che sostengono questa linea in via ufficiale sono i Radicali e le associazioni a essi collegate o vicine, che si sono fatti promotori – nei mesi scorsi – proposta di legge di iniziativa popolare per l’eutanasia legale, supportata da quasi 70mila firme.
Ha spiegato Marco Cappato dei Radicali Italiani: “Con questo voto, il Senato belga si assumerà la responsabilità di non lasciare senza risposta quei minorenni che, insieme ai genitori e medici, sono sottoposti nella fase terminale di malattia a una tortura implacabile e definitiva”. Ma la sua voce, come sottolineato, è isolata, tant’è che il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, Amedeo Bianco, ha ribadito: “Sono disponibili efficaci terapie anti-dolore che permettono di alleviare anche le situazioni di maggiore sofferenza”.
Lorenzo D’Avack, presidente Comitato nazionale Bioetica, ha spiegato come “sia molto difficile valutare l’effettiva volontà del minore e sempre con l’accordo in relazione agli inevitabili condizionamenti esterni cui sarebbe sottoposto”, mentre Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, presidente e copresidente Associazione Scienza & Vita, hanno evidenziato: “E’ il segno più drammatico di una deriva etica e antropologica cui bisogna opporsi”.
Coro di no anche da parte delle forze politiche presenti in Parlamento, dall’Udc al Nuovo Centrodestra, fino al Movimento 5 Stelle, che invita a non fare di temi etici “una battaglia politica”. Duro l’ex sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, di recente passata proprio al Ncd di Angelino Alfano: “E’ fondamentale non lasciare spiragli, perché poi gli spiragli diventano voragini”.
Levata di scudi, infine, da parte del Vaticano, per una legge approvata passata in Senato con una maggioranza trasversale di socialisti, liberali, separatisti fiamminghi e verdi. Ha accusato il cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, intervistato da Radio Vaticana: “Questa decisione non tocca soltanto la sensibilità di tutte le religioni che in Belgio hanno fatto sentire la loro voce, ma tocca il senso umano perché il minore, specialmente se fragile, specialmente se malato va aiutato, va sostenuto con le medicine e con l’assistenza morale e psicologica e spirituale”.
Ha proseguito l’alto prelato: “Vorrei ricordare che la Carta dei Diritti dell’Uomo, del 1948, ha dato luogo ad un insieme di diritti di carattere etico-giuridico che appunto protegge il bambino, il minore, anche dalle sperimentazioni. Non consente, soprattutto, la violazione del diritto alla vita. Se si giustifica un intervento umanitario, anche armato, per fermare la lesione dei diritti umani, qui c’è da mobilitare se non altro le coscienze; c’è da indire una speciale preghiera perché Dio provveda a fermare questa decisione che è inumana, mai fino ad ora immaginata, permessa”.
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