Siria: escalation di attacchi contro bambini cristiani

Un padre con suo figlio dopo un bombardamento ad Aleppo, Siria (Getty images)

In un articolo di Elisa Pinna dell’Ansa, viene evidenziato uno scenario tragico in Siria, dove, secondo la denuncia presentata da Maria Saadeh, una deputata siriana, di origini cristiane, eletta in una lista indipendente, in questi ultimi tempi si riscontra nel paese che i bambini, sopratutto quelli cristiani sono diventati gli obbiettivi degli attacchi dei gruppi qaidisti e jihadisti che combattono contro il regime di Damasco.
La deputata che è in Italia per incontrare Papa Francesco ha sottolineato che ultimamente si registra in Siria l’uccisione mirata dei bambini e bombardamenti diretti alle scuole, sopratutto contro quelle frequentate dalla minoranza cristiana.

Dall’inizio del conflitto 11 mila bambini sono rimasti vittime del conflitto. Una dato sconfortante tanto più se si considera che le giovani vittime diventano l’obbiettivo di “un’effetto collaterale” con lo scopo di allontanare la presenza cristiana dal paese.

“Solo negli ultimi giorni ci sono stati cinque attacchi, tutti contro istituti scolastici cristiani, con bambini morti e feriti. Una strategia per far fuggire dal Paese i cristiani, che rappresentano un elemento di laicità e moderazione. Nessuno può resistere, se vengono colpiti i figli”, ha dichiarato Saadeh aggiungendo che “non si tratta di una guerra contro il regime, come è stata presentata a lungo sui media internazionali, ma di una guerra per distruggere lo Stato siriano da parte di gruppi estremisti e criminali manovrati dall’estero”.

“Se crolla lo Stato siriano, è la disintegrazione totale del Paese. Come può l’Occidente pensare che le uccisioni, i rapimenti, le autobombe, gli attentati contro i civili, le teste tagliate siano sinonimo di democrazia?”, si chiede la deputata che poi rivolge un’appello all’Europa: “Riaprire le ambasciate e i canali diplomatici in Siria, per poter svolgere un vero ruolo di mediazione e di pacificazione ed aiutare la popolazione civile. L’obiettivo numero uno deve dunque essere quello di fermare le violenze e interrompere il flusso di armi e denaro che arriva ai gruppi fondamentalisti”.

Per Saadeh è necessario cambiare il sistema politico in Siria attraverso “strumenti democratici e nel rispetto della sovranità nazionale”.

Redazione