Stato Mafia: Corte d’Assise respinge acquisizione lettera di Napolitano che sarà sentito come teste

Giorgio Napolitano (Foto: Sean Gallup/Getty Images)

Nell’ambito del processo sulla trattavia Stato-Mafia, la cui prossima udienza è stata fissata al 5 dicembre alla Corte d’Assise di Palermo fa discutere ancora la lettera inviata dal capo dello Stato Giorgio Napolitano che questa mattina la Corte ha deciso di non acquisire al fascicolo del dibattimento sottolineando che la testimonianza di Napolitano come test si rivela necessaria.

“Non ci sono norme che consentono di surrogare la testimonianza con scritti provenienti dallo stesso testimone. Si tratta di un atto fuori dalla regola che non ci consente di rinunciare alla testimonianza del capo dello Stato. La lettera non è esaustiva e non puà essere ritenuta sostitutiva della testimonianza”, ha detto il presidente del collegio Alfredo Montalto
.
Con questa decisione, come riporta l’Ansa, la corte non si pronuncerà sull’eventuale rivalutazione della decisione di citare il capo dello Stato che, nella missiva di Napolitano, che lo stesso aveva sollecitato: “La corte prende atto che non c’è il consenso sull’ingresso del documento e soprattutto sull’ utilizzazione del suo contenuto rappresentativo. Resta la sollecitazione ai poteri d’ufficio riservati alla corte che la stessa corte oggi registra, riservando al tempo debito le determinazioni che, se ne ricorreranno i presupposti, potranno essere adottate nel corso dell’istruttoria dibattimentale ai sensi della legge, così come indicato nell’ordinanza ammissiva delle prove”.

Proprio questa mattina, l’avvocato dell’ex senatore Marcello Dell’Utri, Giuseppe Di Peri, aveva sollecitato l’acquisizione al fascicolo del dibattimento della lettera inviata dal capo dello Stato e la revoca della citazione di Napolitano, disposta dai giudici, al dibattimento: “Per noi è una deposizione inutile se non per alimentare un rumore mediatico che non serve a nessuno”, ha dichiarato Di Peri.

Dal canto suo invece il procuratore aggiunto Vittorio Teresi ha invece ribadito che “la lettera del capo dello Stato non può essere intesa come sostitutiva della testimonianza del teste”.
Teresi che si era opposto all’acquisizione della lettera del capo dello Stato aveva invece confermato la sua richiesta di ascoltare il presidente della Repubblica come teste: “Acquisire la missiva è una richiesta alquanto curiosa quella delle difese poiché questa lettera non è un documento formale, in quanto tale. E’ un atto che il presidente ha inteso inviare quale persona chiamata a testimoniare. Non credo che questo atto diverso possa trovare ingresso nel dibattimento. Mentre la deposizione del capo dello Stato potrà chiarire alcuni aspetti fondamentali”.

Come riporta Quotidiano.net, anche la difesa di Massimo Ciancimino, imputato e testimone chiave dell’accusa, sostiene le stesse posizioni espresse da Teresi.

L’avvocatura dello Stato per la Presidenza del Consiglio rappresentata dall’avvocato Giuseppe Dell’Aira si era associata alla richiesta avanzata dall’avvocato di Dell’Utri mentre si erano opposti il difensore del Comune di Palermo costituito parte civile e la Procura.

Redazione

LEGGI ANCHE:
Trattativa Stato-mafia, il Quirinale precisa: “Mai manifestato l’intenzione di non testimoniare”
Trattativa Stato-mafia. Napolitano declina l’invito a testimoniare: “Non ho di che riferire”