Spese pazze in Regione, la procura di Torino denuncia “l’ubiquità” dei consiglieri regionali

Roberto Cota, governatore Regione Piemonte (Foto: Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Emergono particolari sempre più sconcertanti dalle carte della procura di Torino riguardanti l’inchiesta sulle cosiddette “spese pazze” dei consiglieri regionali piemontesi, nella quale è rimasto coinvolto anche il governatore Roberto Cota, esponente della Lega Nord. Secondo la procura, diversi consiglieri si sarebbero fatti rimborsare scontrini e ricevute emessi nello stesso giorno e allo stesso orario, ma a distanza di centinaia di chilometri.

In particolare, ad esempio, proprio Cota viene intercettato in Lombardia, nello stesso momento in cui sarebbe dovuto essere a Torino a consumare un pasto, come indicato da uno scontrino che si sarebbe fatto rimborsare. Altri consiglieri hanno posizioni un po’ più intricate da risolvere: c’è chi si trovava contemporaneamente a Parigi e a Ginevra o a San Francisco e in un autogrill tra Torino e Milano; qualcun altro, nel maggio 2011, paga un albergo in Spagna, ma risulta essere a Castelletto Monferrato.

C’è anche chi sostiene di risiedere molto più lontano di quella che è la realtà e per questo riesce a ottenere rimborsi chilometrici non spettanti. Il consigliere, spiega la Guardia di Finanza, “in orari serali, notturni e mattutini” ha la propria utenza agganciata nelle celle di Torino, “e non a Incisa Scapaccina, paesino dell’astigiano, dove il consigliere ha la residenza”. Questo trucchetto gli avrebbe fruttato 20mila euro in rimborsi.

Un consigliere ancora risulta prendere due caffé nel giro di un quarto d’ora, ma uno a Torino e l’altro a Roma, poi bissa qualche tempo dopo mettendoci sette minuti da Cuneo a Torino. C’è infine chi si fa pagare la cena, per poi farsi rimborsare lo scontrino. In tutto sono 43 i consiglieri regionali indagati per peculato e truffa: ognuno di loro ha una “storia” diversa sulla quale ora la Procura di Torino sta facendo luce.

 

Giuseppe Gabriele Mastroleo