
Al vertice dell’Unione Europea e del Partenariato orientale che si è aperto ieri al centro congressi di Vilnius in Lituania tra Unione Europea e i paesi dell’ex Unione Sovietica emerge dalla prima giornata d’incontri un nulla di fatto per quanto riguarda la decisione dell’Ucraina di non sottoscrivere l’accordo di Associazione e di Libero scambio con l’Ue.
E’ quanto trapela dalle fonti delle agenzie che sottolineano che i leader dell’UE non sono riusciti a convincere il presidente ucraino Viktor Yanukovich presente al Summit.
Il capo delle diplomazia Ue Catherine Ashton al suo arrivo al summit ha tuttavia ribadito che l’Europa tiene ancora “aperte le porte” per l’Ucraina.
“Siamo molto chiari – ha affermato Ashton – sul fatto che vogliamo una relazione forte con l’Ucraina. In particolare, pensiamo che sulle questioni economiche possiamo fare molto insieme, a beneficio dei cittadini ucraini e dell’Ue. La porta dell’Ue è aperta, perché riteniamo che questo sia significativo e importante per noi”.
Una posizione che già il presidente della Commissione Ue José Barroso e il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy avevano espresso fin dall’annuncio della mancata firma dell’Ucraina, lunedì scorso e che ha provocato una settimana di proteste per le vie del centro di Kiev.
Nell’ambito di una cena informale al summit, i leader hanno espresso le loro posizioni a cominiciare dalla presidente lituana Dalia Grybauskaite che ha sottolineato di essere dispiaciuta che “gli argomenti in favore della firma” non hanno convinto il presidente ucraino.
Dal canto suo, il presidente del Consiglio Enrico Letta aveva espresso le sue proccupazioni sul mancato dell’accordo con l’Ucraina: “Il vertice inizia sotto auspici preoccupanti. La vicenda della non decisione ucraina sulla firma lascia aperto un problema e questo sicuramente ci preoccupa sul versante Est e sui temi dell’energia. Lavoreremo in queste ore per vedere se è possibile recuperare. Continuo a pensare che con l’Ucraina e con questi paesi si debba avere un meccanismo che non crei un’alternativa Ue-Russia, altrimenti il problema diventa oggettivo. Lavoreremo, ma la preoccupazione è parecchia”, aveva detto Letta ai giornalisti.
Per oggi saranno sottoscritti solo gli accordi di associazione di Georgia e Moldova, l’Ucraina ha invece congelato i negoziati mentre vi sarà anche la sigla dell’intesa sulla liberalizzazione dei visti con l’Azerbaijan.
Su questo tema, la Russia ha giocato un ruolo chiave, criticando fortemente l’associazione Ue con Kiev.
Oltre ai capi di stato e di governo dei 28 paesi Ue hanno preso parte al summit anche i sei leader dei paesi del partenariato orientale tra i quali Ucraina, Georgia, Moldova, Bielorussia, Armenia e Azerbaigian.
A Kiev, fino a tarda notte di ieri sera, sono proseguite le proteste contro la mancata firma dell’accordo.
Redazione
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