
Si è chiuso ieri sera, ben oltre l’ora di cena, l’accordo tra il management Indesit e Fim-Cisl e Uilm-Uil, per evitare la messa in mobilità di 1.400 lavoratori in tutta Italia. Saranno ora i lavoratori a dover decidere se avallare o no quell’accordo, che non è stato però firmato dalla Fiom Cgil. Soddisfatta l’azienda che spiega come l’accordo “scongiura definitivamente ogni ipotesi di licenziamenti, attraverso un adeguato utilizzo degli ammortizzatori sociali nel quinquennio 2014-2018”.
L’amministratore delegato e presidente dell’Indesit, Marco Milani, ha fatto sapere che il piano di salvataggio prevede “investimenti per 83 milioni di euro. Previsti anche incentivi all’esodo per chi ne farà richiesta e l’impegno dell’Azienda a non ricorrere all’utilizzo di procedure di mobilità unilaterali sino al 2018” e “il rinnovo quasi totale della gamma di prodotti a più alto valore aggiunto realizzati in Italia”.
Soddisfazione è stata espressa da Fim e Uilm; Gianluca Ficco, coordinatore nazionale Uilm settore elettrodomestici, ha spiegato: “Dopo sei mesi di trattative e di lotte, siamo finalmente riusciti a raggiungere un’ipotesi di accordo che scongiura i licenziamenti e che assegna una missione produttiva a ciascuno dei poli industriali italiani. Ora l’ultima parola spetta ai lavoratori, che nei prossimi giorni saranno chiamati ad esprimersi”. Soddisfatta anche Anna Trovò della Fim: “Ottimo accordo che prevede investimenti e zero licenziamenti”.
Redazione online