
“Non ho mai pensato di candidarmi all’estero e ho visto con stupore la notizia apparsa sui giornali. Nessuno ha pensato di chiamarci per conferma”, così – nel corso della presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa – l’ex premier Silvio Berlusconi, dopo il voto sulla decadenza da senatore, prova a chiudere le voci circa un’ipotesi di una sua candidatura all’estero, in particolare in Bulgaria.
Ha proseguito Berlusconi: “Sono ancora completamente dentro quello che è successo in questi giorni, che non è nuovo in Italia, perché dal 1991 nel nostro Paese la democrazia è stata messa diverse volte a rischio. Sono ancora nell’atmosfera di chi, innamorato della libertà, sente di stare in un Paese che non è più democratico. Non ho nemmeno pensato ad alternative a quella di stare qui a combattere per la nostra libertà”.
In precedenza, questa ipotesi era stata avvalorata da Yane Yanev, leader del partito Ordine Legalità Giustizia, intervistato da un’emittente televisiva bulgara: “Ha il suo posto nella politica bulgara, lui è più patriota di tutti i nostri eurodeputati messi insieme. Anzi, Berlusconi merita di essere capolista del nostro partito alle europee”. L’ipotesi bulgara era stata avanzata ieri anche da Roberto Formigoni a ‘Radio Capital’.
Già nelle scorse ore, però, il Corriere della Sera aveva ricordato il principio per il quale, per poter essere candidabile, la Bulgaria prevede che medesimo requisito esista nel Paese d’origine. Lo scenario era stato anche smentito da Daniela Santanché: “Berlusconi non ne ha mai parlato, ma a me piacerebbe, perché dimostrerebbe che l’Italia si è comportata malissimo con lui. Ma non credo che accadrà, è più facile che vada in galera piuttosto che si candidi in Bulgaria”.
Redazione online