
Ha detto la sua sull’assurda vicenda che l’ha vista coinvolta, Alessandra Paccheri, la donna italiana che si è vista portare via la figlia appena nata dai servizi sociali inglesi per via di un disturbo bipolare del quale soffre. Paccheri – il nome è fittizio ed è stato scelto dalla magistratura per proteggere la privacy della madre – ha commentato con tristezza e risentimento quanto successo un anno e mezzo fa ai giornalisti dell’Independent britannico.
“Piangevo. Sentivo la mia bambina che scalciava dentro di me. Li ho supplicati di non praticare il cesareo”, ha ricordato la donna. “I vostri tribunali famigliari e i vostri lavoratori dei servizi sociali hanno invaso il mio corpo e rubato la mia bambina. Credo che le autorità britanniche abbiamo programmato di adottare mia figlia sin dall’inizio”, ha proseguito.
“Mi è stata fatto qualcosa di veramente ingiusto. Sto lottando per avere mia figlia indietro e non vorrei mai che un’altra madre innocente soffra nel vostro paese ciò che ho patito io”, ha concluso la donna.
Nel febbraio di quest’anno, il giudice della corte dell’Essex che si sta occupando della vicenda ha deciso di non riaffidare la bambina alla madre perché, nonostante le condizioni della donna stiano migliorando sensibilmente, l’adozione è la via più adeguata per dare una casa e una situazione famigliare stabile alla minore.
Redazione online