Le reazioni della politica alla sentenza della Consulta sulla legge elettorale

La Camera dei Deputati (Foto: ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)

La decisione della Corte Costituzionale di dichiarare illegittima la legge elettorale 270/2005, più nota con l’appellativo di “Porcellum“, è giunta come un terremoto sulla già traballante politica italiana. La sentenza non era attesa con tanta rapidità, anche se la portata e gli effetti si conosceranno solo una volta che saranno pubblicate le motivazioni. Intanto il premio di maggioranza e le liste bloccate del Porcellum sono incostituzionali. Una decisione che arriva dopo otto anni dall’approvazione della legge elettorale e dopo che tre legislature sono state votate con questo sistema.

Non sono mancate le reazioni del mondo politico, che vi riportiamo qui di seguito. Tra i primi interventi c’è stato quello del Presidente del Consiglio Enrico Letta, che ha commentato la sentenza della Corte Costituzionale così: “C’è una spinta in più a fare quello che dal 29 aprile avevamo detto essere assolutamente necessario: non ci sono più alibi“. E il riferimento è ovviamente alla riforma della legge elettorale, tra i punti principali del programma di governo enunciato da Letta quando si presentò alle Camere per il voto di fiducia. Una riforma che tuttavia è stata avviata con molta lentezza e ora è arenata al Senato.

“La decisione della Consulta era ampiamente attesa, anche se è sempre bene aspettare di leggere le motivazioni”, ha dichiarato il segretario del Pd Guglielmo Epifani. “Noi l’avevamo detto – ha sottolineato -. Ora la si smetta di mettere freni di ogni tipo e nel tempo più rapido possibile si arrivi a una nuova legge per assicurare correttezza della rappresentanza e il principio di governabilità“. Quella della Corte Costituzionale è è “una decisione ottima”, gli ha fatto eco il leader del Nuovo Centrodestra, Angelino Alfano. “A questo punto non ci sono più pretesti – ha aggiunto -, non c’è più alibi per alcuno: si deve procedere con urgenza a cambiare la legge elettorale“. La decisione della Consulta “spinge ancora di più il Parlamento ad approvare una legge elettorale che funzioni e dia stabilità al Paese”, ha detto a sua volta all’Ansa il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini. Infine il commento sferzante di Beppe Grillo: “I partiti, Letta e Napolitano non hanno più nessuna legittimità. Sono figli illegittimi della Repubblica. Si torni al Mattarellum, si sciolgano le Camere e si vada al voto. Non ci sono alternative”.

L’unico a non essere contento della sentenza della Corte Costituzionale è Roberto Calderoli, estensore della legge elettorale da lui stesso definita una “porcata” (da qui il nome di Porcellum): “La toppa è peggio del buco”, ha affermato senza tanti giri di parole Calderoli, intervistato a “La telefonata” di Belpietro, su Canale 5. “Ora sono delegittimati Parlamento, Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale stessa“, ha spiegato. “A questo punto siamo in una assenza di legge elettorale: è stato fatto apposta per far vivere il governo Letta sine die“, ha argomentato Calderoli, secondo il quale la decisione della Consulta “è un anticorpo rispetto alle primarie (del Pd ndr) di domenica, con Renzi che intende andare al voto con la vecchia legge elettorale, così come Berlusconi e Grillo”.

Redazione