
Appena un paio di milioni di spettatori e l’8% di share: si rivela un flop ‘Mission’, il nuovo reality show mandato in onda ieri da Raiuno e già criticato nei mesi scorsi perché ambientato nei campi profughi in Giordania, Mali, Congo ed Ecuador, con protagonisti personaggi del mondo dello spettacolo che si mettevano in discussione andando a incontrare i migranti. Ieri, tra i protagonisti della prima puntata, Albano con le figlie Cristel e Romina jr.
Giancarlo Leone, direttore di Raiuno, aveva precisato in conferenza stampa: “Un lusso che ci possiamo permettere perché Raiuno è l’unica rete generalista che mantiene i suoi livelli di fedeltà all’ascolto, nonostante la concorrenza dei canali tematici del digitale terrestre”. Ma all’interno della Commissione Vigilanza si levano le voci di Michele Anzaldi (Pd) e Bruno Molea (Scelta Civica), che hanno attaccato: “I dubbi di un’ampia fetta del mondo del volontariato, la petizione da centomila firme e i dibattiti in rete non sono bastati: la Rai ha comunque deciso di andare avanti con la trasmissione ed è andata incontro ad un flop clamoroso di ascolti. Ora chi paga?”.
Prosegue l’accusa dei due: “La rete ammiraglia del servizio pubblico è finita addirittura quinta, regalando non soltanto la vittoria della serata a Canale 5 ma facendo peggio anche di Raitre, Raidue e Italia Uno. Il presidente della vigilanza Roberto Fico chieda immediate spiegazioni alla Rai per comprendere esattamente a quanto ammonta il danno economico subito dall’azienda e chi ne sarà ritenuto responsabile. Va verificato, inoltre, se questo flop di ascolti ricada nel periodo di garanzia, che rappresenta la fascia stagionale più preziosa per gli investitori pubblicitari”.
Contro i contenuti della trasmissione anche il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge: “Io penso che bisogna sempre rispettare lo stato giuridico di una persona. Stiamo parlando di profughi e voi sapete chi è un profugo. Prima di tutto il rispetto della persona. Le campagne di conoscenza possono e devono essere fatte ma devono tener conto delle persone. Non do giudizi sulla trasmissione, qualunque strumento di comunicazione va bene per far conoscere la realtà, ma sempre nei limiti del rispetto della persona”.
Redazione online