Renzi: il governo Letta non ha combinato granché, discutibile sentenza Consulta

Matteo Renzi (OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images)

Si scalda l’atmosfera a pochissimi giorni dalle primarie del Partito Democratico. Il sindaco di Firenze e candidato alla segreteria del Pd, Matteo Renzi, è tornato alla carica contro il collega di partito e Presidente del Consiglio Enrico Letta. “Il punto non è rompere le scatole a Letta, ma fare le cose che servono all’Italia – ha detto Renzi -. In questi mesi il governo, fatto da persone perbene e a modo, sulle questioni vere degli italiani, da tasse a lavoro, non ha combinato granché. E lo abbiamo visto sull’Imu”.

Qualora Renzi vinca le primarie e diventi segretario del Pd, la sua priorità sarà la riforma delle legge elettorale, con un accordo all’interno della maggioranza di governo. Se il raggiungimento di un accordo, tuttavia, non sarà possibile, Renzi si è già detto disponibile a fare alleanze con le opposizioni, sia di destra che di sinistra e perfino con il Movimento 5 Stelle. Per il sindaco di Firenze non è infatti possibile andare alle urne con il sistema elettorale così come risulta dopo la sentenza della Consulta, ovvero il Porcellum senza premio di maggioranza e senza liste bloccate che di fatto, secondo Renzi, riporta al sistema in vigore venti anni fa, prima del referendum di Segni, e cioè “un proporzionale puro da prima Repubblica“. Tanto che Renzi ha definito l’intervento della Corte Costituzionale sulle legge elettorale “sorprendente” e “discutibile“.

Secondo il sindaco di Firenze, “per rifare le regole (della legge elettorale ndr) si deve parlare con tutti. E poi scegliere. Credo che Alfano sia pronto a discutere su tutto. Il dibattito deve iniziare nella maggioranza. Ma se il consenso non si trova, si parla con Grillo, con Sel, con la Lega Nord, con Forza Italia e con i Fratelli d’Italia”, ha sottolineato. L’obiettivo è quello di varare “un qualsiasi sistema da cui esca uno che vince e uno che perde. E che consenta a chi vince di governare”, ha affermato Renzi.

All’aspirante segretario del Pd, e forse anche aspirante premier, la sentenza con cui la Consulta ha dichiarato incostituzionale l’attuale legge elettorale non è proprio andata giù: “Dal punto divista giuridico e tecnico – ha spiegato – la trovo sorprendente. Da ex studente di giurisprudenza ho fatto tre esami di costituzionale e il conto non mi torna. E’ una sentenza additiva: introduce d’imperio le preferenze. Di più, se si votasse oggi con il Porcellum rimaneggiato, avremmo un proporzionale puro da prima Repubblica. Se vogliono far finire questi vent’anni tornando indietro, mi sembra una scelta discutibile”. “Non avevamo bisogno di una sentenza della Consulta per superare il Porcellum – ha insistito – . Perché avevamo già deciso di andare a votare con regole diverse. Però dobbiamo dimostrare che ci sono le condizioni politiche per fare una legge nuova che garantisca la governabilità”. Una legge, ha precisato che sia “quella richiesta dalle centinaia di migliaia di cittadini che andranno a votare per le primarie” e non invece quella contenuta nella bozza redatta dai saggi nominati dal Quirinale e da Palazzo Chigi e che è al momento bloccata in Senato.

Matteo Renzi promette dunque battaglia in caso di vittoria delle primarie del Pd.

Redazione