
In vista del compleanno del re thailandese Bhumibol Adulyadej che si svolge oggi, il premier Yingluck Shinawatra ieri ha sollecitato una pausa con i manifestanti che da ormai due settimane stanno protestando per le vie di Bangkok occupando sedi degli uffici del governo, momenti nei quali si sono registrati anche momenti di tensioni tra chi chiede le dimissioni del premier e i suoi sostenitori.
La Shinawatra ha ordinato alle forze dell’ordine di non contrastare la protesta e così come raccontano i quotidiani, quando un gruppo di manifestanti è entrato ieri mattina all’interno del compound dove sono collocati gli edifici del governo, la polizia ha rimosso le barriere, il filo spinato e si sono viste delle scene in cui militari e manifestanti si sono abbracciati e scambiati delle rose.
Il re thailandese che compie 86 anni nell’ambito della cerimonia per il suo compleanno che si è svolta nella località costiera di Hua Hin, a 200 chilometri a sudovest di Bangkok, ha lanciato un appello all’unità del paese: “La nostra nazione ha potuto beneficiare di una situazione di felicità per un lungo periodo perché avevamo l’unità e ciascuno assolveva ai propri obblighi nei confronti del paese. Ognuno dovrebbe comprendere quali sono i propri doveri e compierli per il bene e la sicurezza della nazione”, ha detto Bhumipol.
Alla cerminonia erano presenti il principe ereditario, il 61enne Vajiralongkorn, e molti poltici tra i quali il premier in carica e gli ex capi del governo Prem Tinsulanonda e Anand Panyarachun.
Ma la protesta non è ancora finita e il leader del movimento, segretatio del Partito Democratico ed ex vicepremier Suthep Thaugsuban, su cui pende un mandato di arresto per insurrezione, dopo l’annuncio della tregua ha detto che si trattava di una “vittoria non completa”: “Non possiamo ancora andare a casa. L’obiettivo rimane lo sradicamento del regime di Thaksin Shinawatra”.
L’attuale premier è accusato di esser guidato da suo fratello, l’ex primo ministro fuggito in esilio prima di una condanna per corruzione.
I manifestanti hanno ancora sotto controllo il ministero delle Finanze e un altro complesso amministrativo. Si tratta di una situazione che viene definita “difficile” nella quale trovare una mediazione tra le forze in campo.
Redazione
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