
Dopo la decisione della Consulta di dichiarare incostituzionale la legge elettorale definita dal suo stesso estensore, Roberto Calderoli, con il nome di “Porcellum”, i partiti politici sembrano lontani da un accordo rispetto a una nuova proposta condivisa che superi l’impasse. Nei giorni scorsi, si era fatta strada l’ipotesi di un possibile accordo tra Laura Boldrini e Pietro Grasso per fare in modo che la competenza passasse da Palazzo Madama a Montecitorio, dove Pd e Sel – proprio grazie al premio di maggioranza delineato dal Porcellum – hanno i numeri per approvare una nuova legge.
Ipotesi che non piace al Nuovo Centrodestra, che attraverso il capogruppo al Senato Maurizio Sacconi stoppa Pietro Grasso: “Se dovesse piegare i propri comportamenti alle pretese di partito o di frazioni di partito verrebbe meno al suo ruolo istituzionale e le reazioni sarebbero proporzionate a un comportamento così grave”. Parla di “casino” qualora la discussione si dovesse spostare alla Camera anche Renato Schifani, mentre Angelino Alfano ha spiegato: “Siamo per il bipolarismo, ma non vuol dire che apriremo al doppio turno”.
Di parere opposto il candidato alla segreteria del Pd Gianni Cuperlo, il quale ha spiegato la propria posizione in una intervista al ‘Corriere della Sera’: “La sentenza della Corte è una sconfitta della politica. Ora il tempo è scaduto e bisogna fare una riforma. Noi dobbiamo partire dalle forze che sostengono il governo perché altrimenti si aprirebbe una crisi di rappresentanza dell’esecutivo. Del Mattarellum si può discutere, ma con dei correttivi. Quello che servirebbe è il doppio turno di collegio. Non è Alfano che detta l’agenda della legge elettorale”.
Ha aggiunto Cuperlo: “Io mi batterò perche l’impianto sia quello di una repubblica parlamentare, il che non significa che non si possa abolire il bicameralismo perfetto e ridurre il numero dei parlamentari. Si può trattare su tante altre cose, anche sulle riforme istituzionali benché per quelle ci vuole del tempo. Ma su una cosa io non transigo: il presidenzialismo non è la risposta ai problemi del Paese”.
Favorevole a un passaggio parlamentare alla Camera anche il capogruppo Pd a Montecitorio, Roberto Speranza: “La decisione della conferenza dei Capigruppo è una buona notizia. Ora i presidenti di Camera e Senato possono avviare il percorso per approvare rapidamente una nuova legge elettorale”. Intanto, si fa strada l’ipotesi che la Consulta potrebbe delineare l’incostituzionalità di alcune leggi elettorali a livello regionale, come quella della Lombardia, che prevede un premio di maggioranza a listino bloccato.
Lo sottolinea ‘Il Fatto Quotidiano’, citando il costituzionalista Andrea Morrone: “Anche a livello regionale potrebbero configurarsi profili di incostituzionalità analoghi che il precedente della Corte sul Porcellum può a questo punto rafforzare rappresentandoli come argomento da utilizzare in altre situazioni. Se il teorema ha come premessa maggiore che un sistema elettorale a liste bloccate che non prevede una preferenza è illegittimo perché incostituzionale ne discende che tutte le leggi elettorali che non prevedono la possibilità di esprimerla sono altrettanto illegittime”.
Redazione online