
Ha avuto un’evoluzione drammatica la situazione nella Repubblica Centrafricana, in particolare nella capitale Bangui, dove da giorni si fronteggiano opposte fazioni religiose di cristiani e musulmani, facenti riferimento ai membri della coalizione ribelle Seleka e vigilantes cristiani, sostenitori del presidente deposto François Bozizé, che puntano a riottenere il potere nel Paese africano. Per questo motivo, una risoluzione urgente del Consiglio di Sicurezza Onu ha dato mandato alla Francia di intervenire nel Paese, dove erano già di stanza alcune centinaia di soldati transalpini.
Le vittime degli scontri per le strade di Bangui sono, secondo la Croce Rossa, almeno 130, ma il bilancio sembra destinato a salire nelle prossime ore; ieri un’ottantina di cadaveri sono stati rinvenuti in una moschea e per le vie adiacenti della capitale. Su Facebook, Cecilia Strada di Emergency ha denunciato “un’altra giornata di sangue e merda a Bangui, Repubblica Centrafricana. sparatorie vicino al nostro Centro pediatrico, feriti in strada. Abbiamo ricevuto altri otto bambini feriti da armi da fuoco e da taglio. due sono gravi, uno purtroppo è arrivato morto in ospedale. si aggiungono ai dieci bambini dell’altro ieri, feriti da machete. i nostri colleghi, internazionali e centrafricani, continuano a lavorare. è difficile anche capire cosa sta succedendo e cosa succederà. un momento molto brutto. state con noi”.
Stesse preoccupazioni espresse da Amnesty International, attraverso il suo segretario generale Salil Shetty: “La vita di centinaia di migliaia di persone è in bilico e ciò è stato reso drammaticamente evidente dagli scontri scoppiati nella capitale Bangui la notte tra ieri e oggi. La comunità internazionale deve fare quanto è in suo potere per assicurare che le truppe inviate nella Repubblica Centrafricana possano proteggere i civili in modo efficace e ripristinare l’ordine nel Paese”.
Il presidente francese François Hollande ha intanto annunciato che i militari di stanza nella Repubblica Centrafricana “saranno raddoppiati tra qualche giorno per non dire tra qualche ora. La Francia ha un dovere i assistenza e di solidarietà nei confronti un paese amico, uno dei paesi più poveri del mondo, paese che chiede aiuto. Alla Francia si chiede di evitare una catastrofe umanitaria e saremo lì”. Soddisfatto per l’apporto francese il primo ministro della Repubblica Centrafricana, Nicolas Tiangaye.
Da parte sua, il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha sentenziato: “Dobbiamo porre fine a questa catastrofe umanitaria e ripristinare la sicurezza”. Nel frattempo, il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian ha chiarito che l’operazione militare è “di fatto iniziata” e che i soldati “sono impegnati dalla scorsa notte in operazioni di pattugliamento della zona dell’aeroporto di Bangui”, con un duplice obiettivo: “Da un lato garantire la sicurezza della distribuzione degli aiuti umanitari, dall’altro, contribuire al lavoro delle forze africane per favorire la transizione politica”.
Il sito Viaggiaresicuri della Farnesina ha oggi diramato una nota in cui sottolinea le ragioni del conflitto e invita gli italiani presenti a Bangui a “evitare spostamenti e rispettare le usuali consegne di sicurezza, in attesa della evoluzione della situazione”, estendendo a tutti i connazionali presenti nel Paese africano l’invito a “osservare la massima prudenza, evitando ogni spostamento non necessario, se non per ragioni di assoluta emergenza, e di tenere periodiche scorte di acqua, cibo e carburante sufficienti”.
Redazione online