Crisi, lunedì la manifestazione del popolo dei “forconi”

Un blocco dei forconi (MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images)

Si svolgeranno lunedì in tutta Italia presidi e blocchi per protestare contro la crisi e i poteri forti, chiedendo di fatto l’uscita dall’euro e il ritorno alla lira; sono già una novantina le piazze convocate, ma i numeri sono ancora un tabù: i contestatori si attendono almeno un milione di persone ai loro sit-in, per una protesta che è partita dal web e che attraverso un tam tam sui social network ha comunque raggiunto dei risultati che forse nemmeno gli organizzatori si aspettavano.

La protesta in concomitanza con quella di alcune sigle di autotrasportatori, che hanno deciso di confermare il fermo nazionale dei mezzi dalla mezzanotte di domenica 8 a venerdì 13 dicembre. Preoccupato dai toni utilizzati dai manifestanti si è detto il sottosegretario con delega all’autotrasporto, Rocco Girlanda: “Ritengo sia doveroso chiarire che lunedì 9 dicembre non è un fermo del settore dell’autotrasporto, ma solo di alcuni che aderiscono a movimenti di protesta concomitanti con altre categorie che hanno in animo forme di dissenso eclatanti a livello nazionale e che stanno assumendo in questi giorni preoccupanti toni di carattere ‘rivoluzionario’, dal quale si discostano tutte le maggiori associazioni dei vettori”.

Riguardo ai presidi di protesta, il portavoce torinese di questo movimento di cittadini, Andrea Zunino, ha chiarito sull’edizione locale del quotidiano ‘La Repubblica’: “Non faremo barricate e non bloccheremo le strade, a Torino ci saranno tre presidi fissi, per rallentare il traffico e consegneremo a passanti e automobilisti volantini per invitarli a scendere in piazza”. L’esponente dei ‘forconi’ ribadisce che “sarà una protesta sul modello islandese, non una seconda Genova”.

Ma a destare qualche imbarazzo in un movimento che si ritiene “senza partiti e senza bandiere” sono le adesioni alla manifestazione dei movimenti di ultradestra di Forza Nuova e Casapound. L’adesione dei primi è arrivata qualche giorno fa attraverso una nota ufficiale e le parole del segretario nazionale Roberto Fiore: “Sarà una protesta che esploderà con la sua veemenza interclassista, sociale, per la difesa della ricchezza, delle libertà e della dignità del popolo italiano, nello stesso momento in cui con incredibile noncuranza e cinismo, il Governo programma aumenti di tasse, benzina ed Imu, in attesa dell’ ulteriore mazzata dei 50 miliardi previsti per il Fiscal Compact, approvato in modo univoco da tutto il Parlamento”.

Casapound invece ha deciso solo ieri di essere in piazza, sottolineando in un comunicato: “Invitiamo a caldeggiare fra i vostri contatti, amici e familiari l’idea che questa mobilitazione va sostenuta anche se provocamomentanei disagi, anche se mancheranno momentaneamente alcuni generi alimentari o carburanti. Dobbiamo sostenere i produttori italiani e le categorie, ridotte in ginocchio e divorate da tasse folli che servono solo a pagare gli interessi di un debito truffa, da importazioni di merci e prodotti frutto di concorrenza sleale e schiavitù, da una classe politica corrotta, incapace e pronta a svendere l’Italia al miglior offerente”.

Proprio la presenza dell’ultradestra e in particolare di Forza Nuova, ha spinto l’Anpi piemontese a diramare un comunicato in cui si evidenzia come il movimento politico di Fiore “vanta, oltre ai legami con gruppi di nostalgici del fascismo, anche con i fondamentalisti cattolici che fanno la guerra all’attuale Pontefice”.

Preoccupano infine le parole di alcuni esponenti delle associazioni che hanno lanciato la manifestazione del 9 (Liberi Imprenditori Federalisti Europei, Movimento dei Forconi, Cobas Latte, Movimento Autonomo Autotrasportatori, Azione Rurale Veneto, Life Veneto), in particolare di Danilo Calvani, che in una conferenza stampa avrebbe spiegato che anche il presidente della Repubblica dovrebbe dimettersi e che l’unica istituzione in cui ripone fiducia sono le forze armate. Calvani, ad ‘Affaritaliani.it’, ha anche aggiunto: “Consigliamo a tutti i cittadini Italiani di fare provviste in vista dello Sblocco che inizierà il 9 Dicembre. Dopo qualche giorno di protesta si possono verificare mancanze di generi alimentari o altro, consigliamo quindi: di provvedere in anticipo a tali inconvenienti”. Intanto, in Sicilia e a Torino vengono segnalati, da parte di alcuni contestatori, atti intimidatori contro alcuni commercianti, che vengono invitati a tenere i negozi chiusi lunedì prossimo.

Redazione online