Manifestazione contro allevamenti pellicce, Brambilla: “Un indumento volgare”

Proteste contro pellicce (Getty images)

“Il Parlamento ascolti la voce dei cittadini, la Camera dei deputati esamini ed approvi la mia proposta di legge per vietare l’allevamento di animali da pelliccia”, è l’appello lanciato da Michela Vittoria Brambilla che oggi a Milano ha preso parte ad una manifestazione promossa dalla Lega antivivisezione (LAV) e Animal equality nell’ambito della campagna “Apriamo le gabbie, chiudiamo gli allevamenti”, contro gli allevamenti di animali per pellicce.

“La pelliccia – ha sottolineato l’ex ministro – è un indumento volgare e fuori moda, ormai bandito dal cerimoniale e dal bon ton. È inaccettabile, infatti, che in nome del lucro, del capriccio e della vanità di pochi, milioni di animali soffrano nelle gabbie degli allevamenti intensivi o siano strappati al loro ambiente naturale, e uccisi. L’ultimo e più importante risultato è stato ottenuto in Olanda, terzo produttore al mondo di pelli di visone, dove il Senato dell’Aia ha approvato una legge che farà chiudere quasi 200 allevamenti proprio perchè le gabbie sono state ritenute incompatibili con il minimo livello di rispetto delle caratteristiche etologiche degli animali”, ha proseguito la Brambilla .

In base ai dati della Lav, a livello mondiale il business delle pellicce coinvolge circa 70 milioni di animali l’anno. L’85% della produzione proviene da animali appositamente allevati con metodi intensivi, prevalentemente in Europa (che detiene circa il 60% della produzione mondiale), ma anche in Cina (25%), Stati Uniti (poco più del 5%), Canada (4%), Russia (3%) e altri Paesi.
In Italia l’allevamento di animali per la produzione di pellicce non è mai stata un’attività di particolare peso economico e negli ultimi 40 anni ha registrato una costante tendenza alla contrazione: nel 1988 erano attivi 170 allevamenti con circa 500mila animali; nel 2003 si sono ridotti a 50, con circa 150.000 animali.
In Italia sono attivi una ventina di allevamenti tra Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Abruzzo. Secondo la Lav, rispetto all’intero settore dell’abbigliamento la pellicceria rappresenta una quota minima del mercato (il 2,8 per cento nel 2010) per un giro d’affari complessivo di 800 milioni.

Secondo l’ultimo sondaggio promosso da Eurispes, in Italia, circa l’83% dei cittadini si è dichiarato contrario agli allevamenti da pelliccia.

Redazione