Una Traviata controversa alla Scala. Alfredo stende la pasta in cucina

Teatro La Scala a Milano ( Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Si sa, il pubblico del teatro La Scala non è particolarmente propenso a recepire opere liriche ritenute particolarmente innovative dal punto di vista scenografico o registico. A dimostrarlo è stata la prima che si è svolta ieri sera e durante la quale sul palco è stata inscenata La traviata di Giuseppe Verdi riadattata dal russo Tcherniakov, con Diana Damrau nel ruolo di Violetta e Piotr Beczala come interprete di Alfredo. L’atteggiamento del pubblico nei confronti dell’opera è stata ambivalente. Grande l’apprezzamento e tanti gli applausi per la soprano Damrau, così come per l’orchestra. Per la regia, invece, critiche, “buu” e fischi a non finire, con qualcuno che dalla sua poltrona ha addirittura invitato il regista ad andare “a casa”.

A non piacere è stata la scelta di Tcherniakov di ambientare la vicenda in stanze borghesi (tra queste vi è anche una cucina in cui Alfredo, sorprendentemente, si dedica ai lavori di casa e stende la pasta col mattarello) dismesse e quotidiane, abbandonando scene sfarzose e riccamente addobbate.

Alla prima era presente anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E forse il suo commento è quello che meglio esemplifica la serata: “Mi sembra che ci siano i custodi della tradizione che se la sono presa con il regista, ma questo capita”, ha detto il Capo dello Stato.

Fuori dal teatro i sindacati di base e i centri sociali hanno organizzato una protesta durante la quale hanno messo in scena una Traviata alternativa con un Verdi impegnato a denunciare le brutture e le ingiustizie dell’Italia moderna.

Redazione online