
La ministra dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, è intervenuta oggi a un convegno svoltosi a Milano con la collaborazione dell’Università Bocconi, di Novartis e di Gruppo 2003 intitolato “La ricerca in Italia. Cosa distruggere, come ricostruire”. Invitata dagli organizzatori per prendere parte a un dibattito che intendeva focalizzarsi sulla questione della sperimentazione all’interno degli atenei italiani, Carrozza è stata chiamata in causa, ha detto la sua ed ascoltato le richieste dei rettori e dei docenti.
Interloquendo con Tito Boeri e con gli altri presenti, l’intestataria del dicastero all’Istruzione ha elaborato alcune proposte e fermato alcuni concetti che dovrebbero, a suo avviso, guidare l’azione del suo Ministero. Tra questi ultimi la messa al bando dei professori universitari inattivi, la sfida del rientro dei cosiddetti “cervelli” fuggiti all’estero e la risoluzione dei problemi di bilancio delle istituzioni.
“Ricerca e scuola sono temi di importanza tale che dovrebbe trattarli il presidente del Consiglio: io dovrei essere l’esecutore”, ha detto la ministra comunicando l’intenzione di rendere operativo un piano in cui il lancio della ricerca conta di essere messo in pratica attraverso la collaborazione tra vari ministeri. ” Il coordinamento interministeriale potrebbe fungere da sperimentazione per la cabina di regia”, ha affermato Carrozza, la quale si è detta fiduciosa sul fatto di poter ottenere finanziamenti da parte del Consiglio dei Ministri.
Per quanto riguarda il tema del rientro dei ricercatori italiani dall’estero, la ministra ha annunciato l’istituzione di un nuovo bando, redatto in base ai criteri dello European Research Council e modellato sul principio dei cosiddetti starting grants.
Redazione online