
Papa Francesco ha inviato un videomessaggio per la campagna della Caritas Internationalis contro la fame nel mondo, intitolata “Una sola famiglia umana” promossa in occasione della Giornata mondiale dei Diritti Umani che si celebra oggi, il 10 dicembre.
Nel messaggio sarà trasmesso oggi nella basilica romana di Santa Cecilia in Trastevere, il Santo padre non impiega mezzi termini definendo uno scandalo il fatto che “un miliardo di persone soffra la fame”.
“Siamo di fronte allo scandalo mondiale di circa un miliardo di persone che ancora oggi soffrono la fame. Non possiamo girarci dall’altra parte e far finta che questo non esista. Il cibo a disposizione nel mondo basterebbe a sfamare tutti”, spiega Papa Francesco che cita la moltiplicazione dei pani e dei pesci: “Gesù incitò gli Apostoli ad andare a cercare il cibo. Essendo poveri essi stessi, non trovarono altro che cinque pani e due pesci, ma con la grazia di Dio arrivarono a sfamare una moltitudine di persone, raccogliendo persino gli avanzi e riuscendo così a evitare ogni spreco”.
La parabola sottolinea il Papa “ci impegna proprio questo: che se c’è la volontà, quello che abbiamo non finisce ma anzi ne avanza e non va perso”.
Il Santo Padre invita a “rispettare questo diritto dato da Dio a tutti di poter avere accesso ad una alimentazione adeguata. Condividere quel che abbiamo, nella carità cristiana, con chi è costretto ad affrontare numerosi ostacoli per soddisfare un bisogno primario e al tempo stesso farci promotori di una autentica cooperazione con i poveri, perché attraverso i frutti del loro e del nostro lavoro possano vivere una vita dignitosa”.
Il Papa si appella poi a “tutte le istituzioni del mondo, tutta la Chiesa e ognuno di noi, come una sola famiglia umana a dare voce a tutte le persone che soffrono silenziosamente la fame, affinchè questa voce diventi un ruggito in grado di scuotere il mondo”.
Infine, conclude il Santo padre, la Caritas Internationalis “vuole anche essere un invito a tutti noi a diventare più consapevoli delle nostre scelte alimentari, che spesso comportano lo spreco di cibo e il cattivo uso delle risorse a nostra disposizione. È anche un’esortazione a smettere di pensare che le nostre azioni quotidiane non abbiano un impatto sulle vite di chi – vicino o lontano che sia – la fame la soffre sulla propria pelle”.
Redazione
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