Sudafrica, celebrazioni per Mandela: chiude la cerimonia Desmond Tutu

Celebrazioni per Nelson Mandela allo stadio di Soweto (ODD ANDERSEN/AFP/Getty Images)

Si aprono oggi a Johannesburg le celebrazioni in onore di Nelson Mandela, il leader sudafricano simbolo della lotta contro l’apartheid scomparso all’età di 95 anni, il 5 dicembre scorso, nella sua casa di Johannesburg dopo una lunga malattia.

Tutti i grandi della Terra renderanno omaggio al primo presidente nero del Sudafrica, premiato con il Nobel per la Pace nel 1993. Fino a 90 leader mondiali parteciperanno alla commemorazione che si terrà al Fnb Stadium di Soweto. Tra loro c’è anche il presidente del Consiglio italiano Enrico Letta.

Il Presidente Usa Barack Obama, primo presidente nero degli Stati Uniti, terrà un discorso in onore di Mandela.

“Nelson Mandela, un uomo che ha lottato e unito, è un grande esempio per la nostra politica e quella europea”, ha dichiarato Letta, che ha sottolineato: “O l’Europa si unisce o l’Europa non conta niente”.

Le porte dello stadio si sono già aperte questa mattina presto e le persone stanno confluendo nella struttura. Sugli spalti sono iniziati i primi canti. Il tempo, tuttavia, non promette bene.

A partire da domani, la salma di Mandela verrà esposta per tre giorni a Pretoria, mentre i funerali solenni sranno celebrati il 15 dicembre a Qunu, il villaggio natìo del leader sudafricano, nella provincia di East Cape.

A pochi minuti dalle 10 ora locale (le 11 in Italia), con l’inno nazionale sudafricano, è iniziata ufficialmente la commemorazione di Nelson Mandela allo stadio di Soweto, nell’area urbana di Johannesburg.

A prendere la parola per primo è stato l’attivista per i diritti umani Cyril Ramaphosa. Ha poi preso la parola il rabbino capo del Sudafrica per una preghiera collettiva interconfessionale.
Dopo la preghiera di ebrei, musulmani e cristiani, è stato intonato da una donna un commosso canto per Mandela.
Quindi il leader sudacfricano è stato ricordato da Andrew Mokete Mlangeni, suo compagno di prigionia. Madiba ha sempre operato in difesa degli altri, ha detto il suo compagno di cella. Dopo il saluto della famiglia di Mandela, ha preso la parola il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che si è detto profondamente onorato si essere alla cerimonia. “Il Sudafrica ha perso un eroe, noi abbiamo perso un padre”, ha detto Ban ki-Moon di Mandela, definendolo “uno dei più grandi leader della nostra epoca, un padre, un insegnante” che combatté per la pace e per gli altri.
Le Nazioni Unite sono state vicine al Sudafrica nella lotta all’apartheid, ha aggiunto Ban ki-Moon, sottolineando: “La nostra lotta va avanti”. Parole queste che hanno ricevuto qualche contestazione dal pubblico. Infine il segretario dell’Onu ha augurato che Mandela “riposi in pace” e ha salutato la folla nella lingua del Sudafrica, questa folla tra il tripudio della folla.

Dopo altri canti, è stata la volta del discorso del presidente degli Stati Uniti Barack Obama che poco prima di salire sul podio ha salutato il presidente di Cuba Raul Castro con una storica stretta di mano. Obama ha detto di essere onorato di essere alla cerimonia, ringraziando tutti. Ha definito Nelson Mandela un “gigante della storia” e ha ringraziato “il popolo sudafricano” per aver “condiviso Mandela con noi”. Il presidente ha quindi ricordato la lotta dei sudafricani per la libertà e la democrazia. “E’ difficile fare l’elogio funebre di qualunque uomo”, ha detto Obama. Mandela “ha sopportato una brutale prigionia, iniziata all’epoca di Kennedy e Kruscev”, ha ricordato il presidente Usa, sottolineando come questa prigionia si sia conclusa senza violenze e di come Madiba, una volta libero, abbia voluto riconciliare il popolo sudafricano, come negli Stati Uniti fece il presidente Lincoln. Mandela “era un figlio, un padre, un amico”, ha continuato Obama, da lui abbiamo molto da imparare”. Madiba aveva riconosciuto “l’importanza delle azioni ed era pronto a morire per le sue idee”, ha detto ancora il presidente Usa. Obama ha ricordato come anche negli Stati Uniti ci sia stata la segregazione razziale, e che lui e la moglie Michelle sono stati i “beneficiari” della battaglia per i diritti civili negli Usa. Obama ha però sottolineato come le battaglie contro le diseguaglianze non siano finite, elencando le ingiustizie a cui sono sottoposte tante persone per le loro convinzioni politiche e religiose, per il loro aspetto fisico o per chi amano. Ma in questa lotta, ha detto Obama, “Mandela ci ricorda che niente è impossibile”. “Lui ha reso me un uomo migliore, lui parla a quello che c’è di meglio dentro di noi”. “Ognuno di noi è padrone del proprio destino”, nessuna battaglia è impossibile, anche voi potete fare vostro il lavoro fatto nella sua vita da Mandela, è stato l’invito del presidente Usa, che voluto citare la parola africana “ubuntu”, che rimanda al concetto di unione. “Dio benedica Nelson Mandela, Dio benedica il Sudafrica”, ha concluso commosso Obama.

Dopo il presidente americano ha preso la parola il presidente del Brasile Dilma Rousseff che ha definito Mandela “la personalità più importante del XX secolo”: “Ha guidato con pazienza una delle maggiori sfide dell’emancipazione umana, la fine dell’apartheid. Si è trasformato in un paradigma non solo per questo continente, ma anche per tutti i popoli che lottano per la libertà. Ha ispirato la lotta in Brasile e in Sudamerica. Madiba, come è chiamato affettuosamente, è un esempio per noi tutti”.

Raul Castro nel suo intervento ha ricordato il legame “affettivo tra Fidel e Mandela”: “Cuba ha avuto il privilegio di combattere accanto alle nazioni africani. Mandela è un esempio di integrità e perseveranza, che ha lavorato per ridurre povertà e diseguaglianza e per creare opportunità per tutti. Un esempio insuperabile per l’America latina e per i Caraibi”, ha detto Raul Castro sottolineando che Mandela è “un simbolo supremo di dignità e di consacrazione incessante alla lotta rivoluzionaria per la libertà e la giustizia, un profeta dell’unità, della riconciliazione e della pace”.
Ma Castro ricorda anche il legame di sangue: “La vita di Mandela insegna che solo gli sforzi concertati permettono all’umanità di affrontare le sfide. Cuba è nata nella lotta contro la schiavitù e per l’uguaglianza e porta nelle vene sangue africano”.

Gli interventi dei leader si sono poi conclusi con un ultimo discorso del presidente Sudafricano al quale hanno seguito canti e perghiere. Nell’ambito della Commemorazione che si sta lentamente terminando sono stati ringraziati tutti i presenti in tutte le lingue e il Vescovo ha proseguito il suo sermone citando anche l’Ecclesiaste 3 dell’Antica Bibbia per simboleggiare l’operato di Mandela: “C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante, Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire, Un tempo per piangere e un tempo per ridere”.
“Possa Dio condurre Mandela nel regno dei cieli”, ha poi concluso il reverendo.

“Vogliamo ringraziare il mondo di aver partecipato a questa cerimonia”, ha detto Desdmond Tutu al quale è stato riservato l’ultimo saluto a Mandela: “Ti ringraziamo Dio e ti promettiamo- e voi dovete dire si- promettiamo a Dio che seguiremo l’esempio di Nelson Mandela”, prosegue Tutu in tutti i dialetti sudafricani e chiude con un “Amen” pieno di energia al quale ha fatto coro tutto lo stadio.

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Redazione