
La protesta dei Forconi è andata avanti ad oltranza e ha provocato disagi e caos a Milano, tensioni in Triveneto e Emilia-Romagna, disagi al Sud, soprattutto in Puglia, Campania e Sicilia.
A Torino dove si sono registrati cortei e presidi non autorizzati le forze dell’ordine sono intervenute questa notte al Centro Agroalimentare (Caat) per permettere agli autotrasportatori di scaricare le merci. Sul posto vi erano circa 100 manifestanti che come riporta Tmnews non hanno opposto resistenza.
Anche Piazza Derna è stata sgomberata e ora la città sembra essere tornata sotto controllo dopo che ieri sera ci sono stati momenti di tensioni nella zona del comune di Nichelino, a Sud di Torino, dove i manifestanti hanno esploso petardi e bombe carta.
In tutto, 32 persone sono state denunciate dai carabinieri del Comando Provinciale di Torino nel corso delle operazioni di ripristino della viabilità e sgombero dei blocchi stradali avvenuti ieri in diversi punti di Torino. Tutti quanti sono accusati, a vario titolo, di violenza privata in concorso per “plurimi e arbitrari blocchi alla circolazione stradale”.Mentre altre 16 persone sono state identificate per i blocchi avvenuti nel comune di Venaria.
A Torino, i dimostranti che aderiscono allo sciopero dei forconi si sono nuovamente radunati questa mattina in piazza Castello, sede della Regione Piemonte e per oggi sono attesi due cortei, tra cui uno degli studenti.
I presidi hanno ripreso lentamente a formarsi questa mattina anche nei pressi di Avigliana, piccolo comune piemontese.
Si segnalano anche presidi sulle autostrade A14 Bologna-Taranto in uscita ad Andria, Canosa e Cerignola Est sulla A16 Napoli-Canosa in uscita a Cerignola Ovest e sulla A27 Venezia-Belluno in uscita a Treviso sud.
Anche a Milano, i manifestanti sono tornati a piazzale Loreto dove decine di persone hanno iniziato a bloccare a turno, una delle strade che portano al piazzale. Tra di loro come riporta l’Ansa, giovani e studenti, lavoratori, disoccupati radunati sotto ad uno striscione che reca la scritta “Il vostro tempo da onorevoli è finito”.
Ma oggi è la giornata chiave in quanto se viene confermata la fiducia alla Governo la protesta potrebbe riprendere il 15 dicembre con una manifestazione nella capitale.
All’alba del terzo giorno di proteste molti commercianti si sono lamentati a Torino segnalando di essere stati minacciati, mentre i cittadini sono esasperati dai blocchi e dai cortei improvvisati di manifestanti nella maggior parte dei casi di estremisti di destra.
Ma il punto più cruciale è che la protesta non ha un vero e proprio colore politico né tantomeno una rappresentanza sindacale.
Il Sole 24 ore e Repubblica.it si sono interrogati su chi c’è dietro questa protesta e la costatazione un po’ amara è che i manifestanti variano dalla destra estrema all’estrema sinistra, dagli agricoltori, ad alcune sigle degli autotrasportatori, ma anche artigiani, commercianti, piccoli imprenditori, disoccupati, studenti e semplici cittadini.
Il Movimento dei Forconi è stato creato da Martino Morsello, ex imprenditore siciliano di Marsala che spiega Che “è un’Associazione di agricoltori, pastori, allevatori stanchi del disinteresse quando non del maltrattamento da parte delle istituzioni. La battaglia delle battaglie è bloccare tutte le procedure esecutive, in primis quelle di insolvenza, e poi quelle di fallimento”, sottolinea Morsello sulla pagina Facebook del Movimento.
Ma, come riporta il Sole 24 ore da questo movimento è nato anche il “popolo dei Forconi”, guidato da Franco Crupi che ha promosso la protesta “Fermiano l’Italia” e che vuole riunire “il popolo di tutto il mondo del lavoro, non ci sono categorie separate dalle altre” e che come sottolinea Crupi ha preso il simbolo dei “forconi” in quanto è “un simbolo del lavoro che ricorrre spesso nelle rivolte popolari: quando la gente non ne poteva impugnava i forconi”.
A questo si aggiunge tutti il popolo di cittadini che hanno preso parte spontaneamente alla protesta.
Tra le rivendicazioni: il lavoro e l’accusa alla globalizzazione, il problema della moneta unica, per cui viene chiesto un referendum la democrazia, una nuova legge elettorale e la difesa della dignità contro le politiche di auterità ma anche una battaglia contro Equitalia. Nel mirino delle accuse anche i centri commerciali che hanno distrutto il piccolo commercio.
Dario Fo intervistato su RaiTre questa mattina sottolinea che la popolazione non ha fiducia nel Governo: “Le manifestazioni al tempo di messero buffo c’erano i massacri di Stato che metteva bombe attraverso servi nascosti che appena condotto il crimine venivano condotti in Grecia e in Spagna. Quello dei Forconi è un movimento nuovo. Rispetto agli anni Settanta, oggi sono preoccupato più del comportamento del Governo che dovrebbe rispettare la gente più disperata. La mancanza di speranza ha creato una condizione di disperazione perché distrugge la possibilità della ragione. In merito alla polizia che si è tolta i cashi, la prima impressione è stata che le forze dell’ordine si sono tolte i caschi per respirare, però il comportamento dei poliziotti, il sorriso e la stretta di mano mi hanno fatto pensare che i poliziotti erano solidali con chi stava protestando”.
Redazione