
Un imponente manifestazione di sindacati confederali, partiti di opposizione e studenti si è svolta stamattina a Torino, in un corteo che partendo da Piazza Vittorio Veneto è arrivato in Piazza Castello; da lì poi un gruppo di manifestanti, facenti riferimento agli studenti della Mensa Occupata e a Rifondazione Comunista, si sono ritrovati sotto il Palazzo della Regione, verso cui hanno lanciato gavettoni con vernice e uova. I manifestanti chiedono a gran voce le dimissioni del presidente della Regione, Roberto Cota, dopo lo scandalo “Rimborsopoli” che ha coinvolto lui in prima persona e decine di consiglieri regionali di maggioranza.
Come avvenuto due giorni fa alla Sapienza, la polizia ha nuovamente caricato i manifestanti, fermandone quattro. Dure le proteste da parte degli altri studenti e degli esponenti politici rimasti al loro fianco contro i fermi. Secondo Ezio Locatelli, esponente di Rifondazione comunista a Torino, “c’è stata una reazione spropositata delle forze di polizia rispetto all’iniziativa di tanti ragazzi e questa reazione ha coinvolto anche giovani che non avevano nulla a che vedere con le manifestazioni”.
“Un nostro giovane comunista si è trovato con un dito rotto e forse anche con un secondo è finito all’ospedale”, ha proseguito nel racconto Locatelli, affermando infine che Rifondazione era in piazza con gli studenti per cercare una mediazione e che “la nostra presenza ha aiutato nell’evitare la degenerazione della situazione”.
In precedenza, alla piazza dei sindacati – che protestavano anche contro la legge di stabilità – era arrivato il messaggio del sindaco di Torino, Piero Fassino: “Battersi per dare a ciascuno certezze e garanzie è l’unico modo per restituire ad ogni persona dignità e speranza. E soltanto offrendo risposte chiare e credibili alle ansie e alle preoccupazioni dei lavoratori e dei cittadini, la politica e le istituzioni possono recuperare credibilità”.
Nel complesso, Torino è stata oggi attraversata da circa 10mila persone. Per qualcuno, questa è stata una sorta di prova di forza di sindacati e movimenti studenteschi contro la protesta dei ‘forconi’, che proprio nel capoluogo piemontese ha visto una delle piazze più radicali.
Redazione online