Immigrazione: l’abbraccio di Jorr, la bambina che ha sfidato il mare per ritrovare il padre

Gommone con immigrati, largo di Siracusa (screen shot youtube)

La piccola Jorr giunta in Italia con un barcone lo scorso 23 settembre con altri 183 profughi, era partita cinque mesi prima dal Gambia con un numero di telefono del padre che era in un centro di accoglienza a Reggio Emilia, scritto su un pezzetto di carta e custodito gelosamente durante la traversata.
Dopo tre mesi, giovedì scorso, finalmente padre e figlia si sono ricongiunti: Abdoulie Gai di 27 anni è andato a Palermo con un biglietto del treno acquistato con la pagha settimanale come migrante in attesa di asilo e ha fatto una sorpresa alla figlia andando a prenderla a scuola.

“Sei qui papa sei qui. Guardami, guardami”, ha esclamato la bambina gettandosi tra le braccia del padre.

Alcune storie hanno un lieto fine altre un pò meno. Ma sicuramente è tanta la commozione nel vedere una bambina sfidare 4mila chilometri per ritrovare il padre così come assistere agli sbarchi di centinaia di persone che arrivano in Italia con la speranza di ricominciare una nuova vita, come nel caso di Abdoulie che nel suo paese ha lasciato la moglie Margot incinta, con altri due figli per tentare la fortuna.
“In Gambia avevo un impiego come meccanico. So lavorare il ferro e l’acciaio e sono sicuro che a Reggio Emilia riuscirò a trovare lavoro come operaio. È quello che voglio: vivere qui con tutta la mia famiglia” ha dichiarato il giovane immigrato.

Redazione