
I giovani che sono disoccupati e che non seguono un corso di formazione o che non studiano in Italia chiamati con l’acronimo inglese “Neet” (Not engaged in Education, Employment or Training) hanno raggiunto la quota di 4 milioni, con picchi al sud dove si registrano 2 milioni di neet.
E’ quanto rivela l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) diffondendo i dati del nel terzo trimestre del 2013 dai quali emerge che i Neet in Italia sono 3,75 milioni, registrando una crescita di 300mila giovani rispetto al terzo trimestre del 2012.
Una cifra che tocca un giovane su quattro e per la quale l’Istat ha dovuto aumentare il limite di età portandolo appunto ai 35 anni.
Infatti, come riportano le agenzie l’Istat aveva diffuso le rilevazioni sui neet fino ai 29 anni e che rappresentano il 27,4% nel terzo trimestre 2013 a fronte del 24,9% nello stesso periodo del 2012: una fascia di età nella quale coloro che non studiano né lavorano sono 2,564 milioni contro i 2,344 del terzo trimestre 2012.
Nella media 2012 i neet under 35 in Italia erano il 25% del totale dei giovani (17,3% la media nell’area euro), percentuale inferiore solo alla Bulgaria e alla Grecia.
Su 3,755 milioni di neet under 35 complessivi ci sono oltre 1,5 milioni di giovani con bassissima scolarità (fino alla licenza media) mentre 1,8 milioni hanno il diploma di maturità e 437.000 hanno nel cassetto una laurea o un titolo post laurea.
Dati dai quali emerge che le donne sono in maggioranza: infatti, sono 2.112.000 le donne neet a fronte di 1.643.000 maschi.
Divergenze anche tra nord e sud: infatti si contano 2.010.000 neet al sud su 3.755.000) segnando una percentuale che sfiora il 40% (il 39,6% degli under 35 contro il 36,9 del terzo trimestre 2012).
Gli under 29 nel Mezzogiorno rappresentano il 36,2% dei giovani a fronte del 34,7% del terzo trimestre 2012 (1,344 milioni su 2,564 milioni di neet under 29).
In totale, sottolinea l’Istat, si sono quasi 1,2 milioni di neet tra i 30 e i 34 anni di cui 666.000 al Sud.
Redazione