Legge di Stabilità: Cgil Cisl e Uil ancora in piazza

Susanna Camusso e Raffaele Bonanni (getty images)

Non è soddisfatta Susanna Camusso della risposta data dal governo sulla controversia della legge di Stabilità e con lei non sono soddisfatti neanche i sindacati Cisl e Uil che oggi sono scesi in piazza assieme alla Cgil lanciare un altro monito all’esecutivo Letta. La sindacalista ha tenuto un lungo discorso da un presidio locale che si sta svolgendo di fronte a Montecitorio ed ha avvisato il premier: “Il governo sappia che lo giudicheremo dai provvedimenti. Se le misure daranno risposte avranno consenso, altrimenti ci ritroveremo nelle piazze italiane per dire chiaramente: a galleggiare il paese va alla rovina, e noi non ce lo vogliamo portare”.

Camusso ha poi proseguito affrontando il problema dell’evasione, una delle questioni cardine nella discussione sul reperimento di risorse finanziarie: “Contro l’evasione si è fatto poco o nulla, mentre continuava a crescere negli anni. Bisogna essere netti: il colpevole non è chi cerca l’evasione, ma chi evade. Non bisogna togliere Equitalia, ma dargli più strumenti, altrimenti continuiamo a pagare tre volte anche per chi non paga. Se non si fa la lotta all’evasione non avremo risorse. La revisione della spesa non può essere tagliare sui lavoratori pubblici, questi non possono essere colpiti ancora. Nella pubblica amministrazione ci sono persone che lavorano, che hanno diritto al loro contratto”.

Continuando ad attaccare la legge di Stabilità, la leader della Cgil ha urlato: “Cosa diciamo ai lavoratori pubblici che hanno il contratto bloccato mentre il debito aumenta? Che il sacrificio è stato inutile? Bisogna cambiare quella politica, e la legge di stabilità non la cambia, ci porta al galleggiamento che penalizza come sempre lavoratori e pensionati”.

Indignati anche i commenti di Bonanni e Angeletti. Il primo ha insistito sulla necessità di ridurre il carico di imposte che grava sui cittadini: “Dobbiamo ridurre le tasse e restituire i soldi ai cittadini oppure non ce la faremo”. Il secondo ha invece detto: “Le fabbriche e le imprese chiudono. Non si poteva pensare che facendo tutto questo impunemente il paese potesse non crollare: il muro è stato caricato troppo. Negli ultimi anni si è passato il segno: la politica distruttiva tesa solo a contenere il deficit pubblico ha gettato milioni di italiani nella povertà. Non serve una legge per stabilizzare il disastro, come la legge di stabilità, ma abbiamo bisogno di una legge che ci faccia uscire dalla crisi”.

 

Redazione online