
Alla vigilia di Natale e a chiusura dell’anno, è giusto ricordare anche loro, i nostri più fedeli compahni a quattro zampe che condividono il nostro quotidiano, le nostre incetezze e che sopratutto in molti casi diventano vittime della crisi e subisco le mostruosità umane.
E’ l’amara costatazione che emerge dai dati diffusi dall’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) che evidenzia il fenomeno crescente degli abbandoni presso le stutture veterinarie.
Infatti, secondo l’Anmvi di media circa 100 animali all’anno, fra cani e gatti, dopo essere stati portati dal veterinario per le cure non vengono più ritirati: tra questi sono nella maggior parte dei casi dei gatti (57%) il resto dei cani.
Negli ultimi 3 anni, il 77% delle strutture veterinarie ha vissuto almeno un caso di questo genere e fortunatamente il 60,5% dei veterinari presso i quali è stato lasciato l’animale l’hanno poi adottato.
L’indagine promossa dall’Anmvi evidenzia un fenomeno crescente mai affrontato prima d’ora sottolienando che in questi casi nessun si fa carico di questi abbandoni a cominciare dai canili, i rifugi e le associazioni protezioniste. Ma non solo: in questi casi, neanche il primo proprietario, il Comune o la Asl si fanno carico delle spese su questi animali abbandonati nelle strutture veterinarie.
Secondo l’indagine, nella maggior parte dei casi, ad abbandonare gli animali sono soggetti occasionali e ignoti, ma anche proprietari insolventi.
Infatti, nel 58% dei casi ad abbandonare il proprio animale è un proprietario/detentore moroso, che lascia l’animale “per non pagare le spese veterinarie” e dunque tra le motivazioni che spongono all’abbandono emergono le difficoltà economiche e raramente le difficoltà di convivenza con l’animale.
Le denunce per abbandono sono poche e rappresentano solo il 9% dei casi, e vengono sporte principalmente alla Polizia Municipale, seguono a ruota, Polizia di Stato e Carabinieri. Solo il 7% di chi sporge denuncia si rivolge alla Procura/Magistratura.
“Nella nostra struttura attualmente sono ospiti 6 animali che sono stati abbandonati dai loro proprietari perchè le cure erano troppo costose o perchè non sopportavano l’idea di una guarigione parziale. Alcuni chiedono direttamente l’eutanasia. Sì, il fenomeno esiste ed è davvero una piaga. A mio parere si tratta di un numero troppo basso se si considera che solo in questo momento noi abbiamo 6 fra gatti, cani paralizzati che sono stati lasciati qui da noi perchè i proprietari ci hanno detto che le cure sarebbero state troppo costose. Alcuni dicono che pagheranno e poi spariscono, altri che l’animale non è loro. Ma sono situazioni che, anche intentando delle cause legali, si risolvono con difficoltà. Per quanto possibile ci attiviamo per farli curare e soprattutto per farli adottare. Ma per ogni animale che riusciamo a sistemare, uno viene abbandonato in clinica il giorno dopo. È un circolo infinito che ci preoccupa molto, e di cui non viene tenuto adeguatamente conto”, sostiene Daniela Mignacca, direttore sanitario della Clinica veterinaria Romasud.
“Molti mi dicono dottoressa, se non mi da la certezza che guarirà, che correrà come prima, preferisco farlo addormentare. Sì, chiedono l’eutanasia senza una motivazione reale. Una situazione da cui potrebbero scaturire diatribe legali: secondo le nuove normative l’eutanasia animale deve essere fatta esclusivamente a discrezione del veterinario, che non è illimitata; è infatti consentita solo laddove non sia possibile curare o alleviare le sofferenze del paziente. La legge considera l’animale un essere senziente e quindi omissione di terapia equivale a maltrattamento”, denuncia il veterinario che lamenta una “mancanza di attenzione rispetto a questo problema”.
Redazione