
Guai giudiziari per il capo della Polizia, Alessandro Pansa, nominato nei mesi scorsi dopo la prematura scomparsa di Antonio Manganelli; per l’ex prefetto di Napoli, infatti, che risulta accusa di traffico organizzato di rifiuti nell’ambito dell’inchiesta sullo smaltimento del percolato, la Procura di Napoli ha oggi chiesto il rinvio a giudizio. Sotto la lente della magistratura, in particolare, il ruolo svolto da Pansa in qualità di ex commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, dal luglio al dicembre del 2007.
Secondo l’inchiesta ‘Marea nera’, divisa in diversi tronconi, tra cui quello che vede indagato il capo della polizia è il terzo, vi sarebbe una struttura organizzata che avrebbe consentito lo smaltimento di percolato da discarica in impianti di depurazione sparsi sul territorio campano, ma malfunzionanti. Questa struttura, della quale Pansa era parte insieme ad altri responsabili della Protezione Civile e in materia ambientale, sarebbe stata a conoscenza delle disfunzioni degli impianti.
Accusano i giudici: “I vertici erano costantemente messi al corrente della disastrosa situazione degli impianti e delle caratteristiche qualitative e quantitative del percolato[…]; gli stessi esponenti apicali disposero e consentirono il conferimento del percolato là dove non doveva e non poteva essere conferito, cioè nei depuratori regionali”.
Alessandro Pansa, secondo la scheda diffusa dal Viminale, è entrato “nella Polizia di Stato nel 1975, poi il lavoro in Calabria sia nel settore del contrasto alla criminalità organizzata che al terrorismo”. Grande esperto di lotta al traffico di stupefacenti e alla mafia, viene “nominato Prefetto nel giugno 2000″, assumendo subito “l’incarico di direttore centrale per la polizia stradale, ferroviaria, postale, di frontiera e dell’immigrazione. L’11 luglio 2003 gli viene conferito l’incarico di direttore centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere. Il 7 novembre 2005, il consiglio dei ministri lo nomina vice direttore generale della pubblica sicurezza, nonché direttore centrale della polizia criminale”.
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