
Una tegola si è abbattuta in Rai in queste ore: Antonio Caprarica, corrispondente da Londra dal 1997, dopo aver ricoperto in precedenza il ruolo di inviato da Mosca, ha lasciato l’azienda, denunciando “pressioni con metodi inammissibili e offensivi” e sostenendo di essere intenzionato a intraprendere azioni legali contro Viale Mazzini.
In un comunicato Caprarica, senza dubbio uno dei volti più noti dei telegiornali Rai, ha spiegato: “Non avrei mai immaginato di lasciare in questo modo l’azienda della mia vita, dopo oltre un quarto di secolo di servizio onorevole e immacolato in ogni angolo di mondo. Troncare questo rapporto con effetto da oggi, come ho appena comunicato alla direzione del personale, è per me l’unica possibilità di immediata reazione alle crescenti pressioni esercitate dai vertici aziendali con metodi inammissibili e offensivi”.
“Ho respinto finora gli attacchi rivoltimi, dimostrandone l’infondatezza, ma né la mia salute né la mia dignità mi consentono di rimanere ulteriormente in Rai” – ha spiegato nel comunicato Caprarica – “Purtroppo, la mia vicenda illustra drammaticamente l’assenza di qualsiasi organo aziendale di garanzia per i lavoratori, giacché il consiglio d’amministrazione – da me informato su ogni passaggio della persecuzione – ha preferito voltarsi dall’altra parte piuttosto che chiedere spiegazioni al direttore generale. Con buona pace per il codice etico della Rai”.
Infine, l’amara conclusione del giornalista: “Non mi resta, con profonda amarezza, che sbattere la porta e andare dritto nelle aule dei tribunali, chiedendo ai giudici la tutela dei miei diritti e della mia onorabilità contro il vertice Rai, che dev’essere ricondotto al rispetto delle regole. Bisognerà battersi per assicurare, in questa situazione, un futuro al servizio pubblico, e io continuerò a farlo da cittadino e da giornalista”.
Redazione online