Papa: colomba bianca sulla jeep per l’ultima udienza del 2013 dedicata al Natale

Papa Francesco (getty images)

Papa Francesco è arrivato in Piazza San Pietro, come sempre gremita di fedeli che hanno assistito questa mattina, nel freddo gelido della capitale, all’ultima udienza del 2013.
Secondo quanto riporta l’Ansa, la Prefettura della Casa Pontificia ha ricordato che il Papa dal 27 marzo ad oggi, ha tenuto 30 udienze e ha distribuito 1.548.500 biglietti d’ingresso. Ma secondo la Prefettura, il numero dei fedeli che hanno assistito alle sue udienze supera di ben lunga il numero dei biglietti considerando che alcune volte si sono registrati più di 100 mila persone in piazza, tanto che più volte maxi-schermi sono stati installati anche in Piazza Pio XII mentre Via della Conciliazione veniva trasformata in zona pedonale fino a Via Traspontina.

Il santo Padre come al suo solito, non ha mancato di fare il suo consueto giro tra la folla abbracciando i più piccoli, e soffermandosi a salutare un gruppo di fedeli argentini, papa Francesco ha ricevuto un recipiente con il “mate”, la tradizionale bevanda del suo Paese natale.

Ma oggi, in piazza San Pietro si è svolto anche un momento carico di simbolismo, quando una colomba bianca che era stata liberata da alcuni pellegrini si è posata sul tettuccio in plexiglas della jeep papalina sorprendendo anche il Papa che è rimasto per alcuni istanti a guardarla sorridendo, e che, come riporta l’Ansa, con espressione di sorpresa il Santo Padre l’ha indicata ai fedeli, prima di riprendere il cammino con l’auto.

Oltre 30 mila fedeli hanno ascoltato il Santo Padre che all’inzio dell’Udienza ha salutato in spagnolo il gruppo di argentini e la squadra del San Lorenzo, di cui è tifoso e che quest’anno è stata vincitrice del campionato d’Argentina. “Saluto la squadra del San Lorenzo che ha vinto il campionato argentino ed è venuta qui a portare la coppa”, ha esordito il Papa.

Nell’udienza di oggi, il Pontefice ha proposto una riflessione sul mistero del Natale: “Questo nostro incontro si svolge nel clima spirituale dell’Avvento, reso ancor più intenso dalla Novena del Santo Natale, che stiamo vivendo in questi giorni e che ci conduce alle feste natalizie. Perciò oggi vorrei riflettere con voi sul Natale, il Natale di Gesù, festa della fiducia e della speranza, che supera l’incertezza e il pessimismo. E la ragione della nostra speranza è questa: Dio è con noi e Dio si fida ancora di noi! Ma, pensate bene a questo: Dio è con noi, e Dio si fida ancora di noi! Ma, è generose questo Padre Dio, eh? Dio viene ad abitare con gli uomini, sceglie la terra come sua dimora per stare insieme all’uomo e farsi trovare là dove l’uomo trascorre i suoi giorni nella gioia e o nel dolore. Pertanto, la terra non è più soltanto una valle di lacrime, ma è il luogo dove Dio stesso ha posto la sua tenda, è il luogo dell’incontro di Dio con l’uomo, della solidarietà di Dio con gli uomini”.

PRESENZA DI DIO NELL’UMANITA’ – “Dio ha voluto condividere la nostra condizione umana al punto da farsi una cosa sola con noi nella persona di Gesù, che è vero uomo e vero Dio. Ma c’è qualcosa di ancora più sorprendente. La presenza di Dio in mezzo all’umanità non si è attuata in un mondo ideale, idilliaco, ma in questo mondo reale, segnato da tante cose buone e cattive, segnato da divisioni, malvagità, povertà, prepotenze e guerre. Egli ha scelto di abitare la nostra storia com’è, con tutto il peso dei suoi limiti e dei suoi drammi. Così facendo ha dimostrato in modo insuperabile la sua inclinazione misericordiosa e ricolma di amore verso le creature umane” prosegue il Papa.

“Egli è il Dio-con-noi; Gesù è Dio-con-noi: credete questo, voi? Ma, facciamo insieme questa confessione: Gesù è Dio-con-noi. Tutti: Gesù è Dio-con-noi. Un’altra volta. Ecco, bene. Grazie. Gesù è Dio-con-noi, da sempre e per sempre con noi nelle sofferenze e nei dolori della storia. Il Natale di Gesù è la manifestazione che Dio si è schierato una volta per tutte dalla parte dell’uomo, per salvarci, per risollevarci dalla polvere delle nostre miserie, delle nostre difficoltà, dei nostri peccati”.

ENERGIA SPIRITUALE – “Da qui viene il grande regalo del Bambino di Betlemme: un’energia spirituale ci porta Lui, un’energia che ci aiuta a non sprofondare nelle nostre fatiche, nelle nostre disperazioni, nelle nostre tristezze, perché è un’energia che riscalda e trasforma il cuore. La nascita di Gesù, infatti, ci porta la bella notizia che siamo amati immensamente e singolarmente da Dio, e questo amore non solo ce lo fa conoscere, ma ce lo dona, ce lo comunica!”, esclama il Santo Padre.

DIO COME COLUI CHE SI ABBASSA – “Dalla contemplazione gioiosa del mistero del Figlio di Dio nato per noi, possiamo ricavare due considerazioni”, afferma il papa: “La prima è che se nel Natale Dio si rivela non come uno che sta in alto e che domina l’universo, ma come Colui che si abbassa: Dio si abbassa, discende sulla terra piccolo e povero, significa che per essere simili a Lui noi non dobbiamo metterci al di sopra degli altri, ma anzi abbassarci, metterci al servizio, farci piccoli con i piccoli e poveri con i poveri. Ma, è una cosa brutta quando si vede un cristiano che non vuole abbassarsi, che non vuole servire, un cristiano che si pavoneggia dappertutto: è brutto, eh? Quello non è cristiano: quello è pagano! Il cristiano serve, si abbassa… Facciamo in modo che questi nostri fratelli e sorelle non si sentano mai soli! La nostra presenza solidale al loro fianco esprima non solo con le parole ma con l’eloquenza dei gesti che Dio è vicino a tutti.

“La seconda: se Dio, per mezzo di Gesù, si è coinvolto con l’uomo al punto da diventare come uno di noi, vuol dire che qualunque cosa avremo fatto ad un fratello e una sorella l’avremo fatta a Lui. Ce lo ha ricordato lo stesso Gesù: chi avrà nutrito, accolto, visitato, amato uno dei più piccoli e dei più poveri tra gli uomini, avrà fatto ciò al Figlio di Dio. Al contrario, chi avrà respinto, dimenticato, ignorato uno dei più piccoli e più poveri tra gli uomini, avrà trascurato e respinto Dio stesso (cfr Mt 25,35-46). Come scrive l’apostolo Giovanni: Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede(1 Gv 4,20)”, ha detto Papa Francesco che si è poi rivolto alla “alla materna intercessione di Maria, Madre di Gesù e nostra, perché ci aiuti in questo Santo Natale, ormai vicino, a riconoscere nel volto del nostro prossimo, specialmente delle persone più deboli ed emarginate, l’immagine del Figlio di Dio fatto uomo”.

“Maria ci sostenga nel nostro proposito di donare a tutti il nostro amore, la nostra bontà e la nostra generosità. In questo modo saremo un riflesso e un prolungamento della luce di Gesù, che dalla grotta di Betlemme continua ad irradiarsi nei cuori delle persone, offrendo la gioia e la pace, a cui aspiriamo dal profondo del nostro essere”, conclude in Santo Padre.

Redazione