Nazioni Unite: in Siria in atto una “diffusa campagna di terrore”

Osservatori Onu in missione in Siria (Getty Images)

Secondo quanto affermato da alcuni investigatori delle Nazioni Unite, e riportato dall’agenzia di stampa Reuters, attivisti siriani ed altri cittadini comuni sarebbero scomparsi e sarebbero detenuti in prigioni segrete, nell’ambito di una “diffusa campagna di terrore nei confronti della popolazione civile”.

Secondo questo rapporto, la pratica, portata avanti dallo stato, dei prelievi forzati di persone e della loro detenzione senza possibilità di contatti con l’esterno sarebbe divenuta talmente comune da costituire un crimine contro l’umanità.

Alcuni investigatori indipendenti, guidati dal brasiliano Paulo Pinheiro, attribuiscono queste sparizioni ad alcuni gruppi armati nel nord del paese, come l’Isil (per l’istituzione di uno stato islamico in Iraq e nel Medio Oriente, affiliato ad Al Qaeda). Molti testimoni avrebbero però identificato ufficiali dei servizi segreti siriani, membri dell’esercito o di milizie pro-governative, come esecutori materiali di questi sequestri di persona.

Un rapporto parallelo, redatto da Amnesty International, afferma che militanti islamisti stanno perpetrando una “scioccante lista di abusi” in prigioni segrete nel Nord della Siria, incluse torture, annegamenti ed esecuzioni dopo processi sommari.

I detenuti sarebbero trattenuti con le più disparate accuse, dal furto alle offese all’Islam per aver fumato o aver avuto rapporti sessuali extra-matrimoniali, ma altri sono invece tacciati di aver sfidato l’autorità dell’Isil, uno dei più potenti gruppi jihadisti.

 

Redazione