
Nell’ambito di un’inchiesta che ha preso il via il mese di maggio, su un presunto firo di mazzette a Palermo, la Guardia di Finanza ha arrestato cinque persone, tra le quali tre militari delle fiamme gialle.
Stando a quanto riporta l’Ansa, i militari che sono accusati di concussione e induzione alla corruzione avrebbero chiesto dei soldi da un imprenditore dopo alcuni controlli fiscali. Ovvero, se l’uomo avesse pagato le tangenti non avrebbero applicato le sanzioni.
L’inchiesta è partita dopo delle denunce presentate da un professionista e un imprenditore che sarebbero stati avvicinati dai finanzieri per un controllo fiscale e hanno ricevuto la richiesta di denaro per chiudere un occhio.
Le indagini condotte attraveso intercettazioni telefoniche e ambientali e pedinamenti hanno fatto emergere delle presunte irregolarità.
Come riporta Palermotoday.it, il gip Lorenzo Matassa su richiesta del procuratore aggiunto Leonardo Agueci e del sostituto Alessandro Picchi, avrebbe applicato i provvedimenti restrittivi per gli accusati tra cui il carcere per quattro indagati e un arresto ai domiciliari.
Redazione