
L’organizzazione per i diritti umani Amnesty International ha diffuso un rapporto sulle violenze che si stanno registrando nella repubblica Centrafricana con la sollevazione dei ribelli musulmani Seleka che ha portato alla deposizione del presidente François Bozize nel mese di marzo di quest’anno e alla carica di presidente ad interim il leader islamico, Michel Djotodia in un paese a maggioranza cristiana.
Una situazione che ha visto un escaltion delle violenze tra milizie cristiane che sostengono il presidente deposto e quelle musulmane: lo scorso 5 dicembre, le milizie cristiane hanno ucciso circa 60 musulmani che hanno replicato con una rappresaglia di dimensioni inaudite “su grande scala contro i cristiani” e “hanno provocato la morte di circa 1.000 uomini in due giorni”, scrive Amnesty.
“Sono state sistematicamente saccheggiate le case di civili. Il precedente bilancio parlava di circa 600 morti a Bangui, la capitale del Centrafrica”.
Come riporta la BBC, anche l’ong, Human Rights Watch (HRW) è intervenuta sulla vicenda e ha chiesto alle Nazioni Unite di inviare una missione di peacekeeping.
“Le forze del governo, noto come ex-Seleka, si vendicarono su larga scala contro i cristiani in seguito all’attacco. Un piccolo numero di donne e i bambini sono stati uccisi “, sottolinea Amnesty spiegando che i civili vengono uccisi quotidianamente a Bangui, nonostante la presenza di truppe francesi e dell’Unione africana.
“Le uccisioni brutali nella Repubblica centrafricana stanno creando un ciclo di omicidi e rappresaglie che rischia di andare fuori controllo”, ha detto Peter Bouckaert, autore del rapporto di HRW.
All’inizio di dicembre, dopo che l’Unione africana aveva autorizzato l’aumento del numero di truppe, il presidente Djotodia aveva annunciato alla radio francese di essere pronto a parlare con i leader delle milizie cristiane per risolvere il conflitto.
Sul campo, le truppe dell’Unione Africana e oltre 1.600 militari francese stanno tentando di disarmare i miliziani.
Redazione
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