Alfano “quanto più contrario si possa essere” sul numero d’identificazione per le forze dell’ordine

Angelino Alfano (Getty images)

Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è intervenuto oggi al Viminale per effettuare di fronte ai suoi funzionari il rendiconto annuale sull’attività del dicastero. In particolare il vice premier si è rivolto ai rappresentanti dei corpi di forze dell’ordine presenti alla conferenza ed ha elencato quanto fatto nel corso della sua presidenza.

Alfano ha discusso, in particolare, della lotta alla criminalità organizzata portata avanti dalle istituzioni parlando di  “soldi sottratti alla mafia usati contro la mafia” per riferirsi all’impiego del denaro acquisito dallo Stato con i sequestri per finanziare il comparto della sicurezza.  “Questi soldi arrivano, provengono da sequestri e noi li usiamo esattamente per gratificare coloro i quali le contrastano”, ha detto.

Nel corso della conferenza stampa Alfano ha risposto a uno dei giornalisti il quale chiedeva come il Ministero abbia affrontato la questione dei tagli al settore della pubblica amministrazione:”Il problema di carenza di organico investe tutti i comparti dell’amministrazione statale – ha affermato – Tutti i governi hanno bloccati il turn-over. […] Noi abbiamo derogato fino al 55% il turn-over. Per i miracoli ci stiamo attrezzando”.

Alla domanda di un altro cronista che ha richiesto l’opinione del ministro sulla questione del numero identificativo da porre sulla divisa dei poliziotti e carabinieri in servizio, queste le parole di Alfano: “Sono quanto più contrario non si possa essere. Contraddice tutte le regole che presiedono alla sicurezza del paese e dei singoli agenti. Sono uomini e donne che rischiano con stipendi non alti la loro vita per proteggere la vita degli altri ed è bene proteggere la loro sicurezza e la loro libertà personale”.

In merito, infine, alla questione Cie emersa anche in relazione al recente caso di Lampedusa, Alfano ha fatto sapere che non è sua intenzione lavorare per una chiusura dei centri: “Lei sa – ha detto rivolgendosi al giornalista – che la “e” di cie significa esclusione, se uno deve essere espulso,  non è che lo lasciano a zonzo”. Ribadendo l’interesse ad abbassare i tempi di permanenza e a garantire i diritti umani, Alfano ha detto tuttavia di non voler rivedere completamente il sistema di detenzione dei migranti.

 

Redazione online