Evasione killer, Cancellieri riferisce alla Camera: “Permessi concessi in base a tutti gli elementi del caso”.

Il Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri (Getty Images)

Il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, è intervenuta questa mattina per un’informativa alla Camera sul caso del serial killer Bartolomeo Gagliano che non è rientrato nel carcere e che è ora ricercato da mercoledì scorso.

Il ministro in apertura del suo intervento riferisce che sia il magistrato di sorveglianza che il carcere erano a conoscenza dell’ampio curriculum criminale di Gagliano: “Dico questo per sgombrare il campo dagli equivoci sorti dopo le prime dichiarazioni del direttore del carcere di Marassi che sembrava sostenere che il carcere non aveva conoscenza della storia criminale del detenuto, cosa smentita dalla corrispondenza intercorsa tra la direzione del carcere e la magistratura di sorveglianza”.

Il ministro ha illustrato il riepilogo con il quale sono stati concessi i permessi di uscita in due occasioni a Gagliano, sottolineando che in una prima fase le istante erano state tutte rigettate, ma che con l’approssimarsi della data di liberazione, il giudice, sulla base dei pareri e di alcune relazioni ha concesso due permessi al detenuto, il primo a settembre, il secondo a dicembre: “Il giudice di sorveglianza ha concesso il permesso sulla base di tutti gli elementi di conoscenza che erano necessari al fine di adottare quella delicata decisione, stando alle risultanze sin ad ora acquisite. Proprio al fine di preparare il detenuto all’uscita definitiva dal carcere (prevista nell’aprile del 2015) determinando la presa in carico da parte del locale dipartimento di salute mentale”, spiega la Cancellieri che poi ha ricordato la relazione sanitaria su Gagliano, datata 11 giugno 2013.

“Nel corso delle ultime visite psichiatriche effettuate, l’uomo è sempre vigile, lucido ed orientato nei parametri di realtà, tranquillo, disponibile ai colloqui, collaborativo e sufficientemente adeguato nelle modalità relazionali. Risultava a tratti vagamente rivendicativo, senza tuttavia evidenziare spunti deliranti. Non si sono manifestate nel corso delle visite alterazioni del tono dell’umore nè dello spettro ansioso tali da necessitare l’avvio di trattamento farmacologico continuativo. Non si sono riscontrati segni nè sintomi psicotici produttivi in stato di acuzie. Allo stato attuale non assume psicofarmaci, che in base al quadro psichico riscontrato non risultano strettamente necessari” illustra la Cancellieri aggiungendo che la condotta penitenziaria “risultava priva di rilievi disciplinari e, in alcune occasioni, addirittura oggetto di elogio da parte della polizia penitenziaria. Su queste basi, la magistratura di sorveglianza sollecitava la presa in carico da parte del Servizio di salute mentale, nel corso degli eventuali permessi che veniva assicurata con appuntamenti fissati preventivamente dagli operatori”.

“La vicenda ha destato allarme e preoccupazione nell’opinione pubblica. Di questo, nel rispetto dell’autonomia ed indipendenza del Giudice, intendo farmi carico anche approfondendo ulteriormente l’accaduto. Per questo motivo ho disposto che venga condotta una completa indagine conoscitiva”, ha detto la Cancellieri che poi illustra i due permessi.

PRIMO PERMESSO: “A seguito di tale istruttoria e sulla base delle risultanze acquisite con provvedimento in data 17 agosto 2013, veniva concesso un primo permesso premio accompagnato da prescrizioni cautelari prevedendo l’accompagnamento del cappellano. All’esito del primo permesso, si aveva un riscontro positivo circa la condotta del detenuto, sia da parte del cappellano, sia da parte della madre e del Servizio di salute mentale”.

SECONDO PERMESSO: il secondo permesso è stato concesso con provvedimento del 21 novembre con la previsione dell’accompagnamento, negli spostamenti, del fratello, con il divieto di allontanamento dal domicilio, salvo che per recarsi all’appuntamento con il Dipartimento di Salute Mentale. In questo caso però, il detenuto in permesso dal 15 dicembre, “come noto, non ha fatto rientro in istituto”

“Sono in corso i necessari accertamenti”, sottolinea la Cancellieri, anche sul caso del mancato rientro di un pentito di camorra nel carcere di Pescara dopo un permesso premio.
In merito a possibili ripercussioni per il decreto sulle carceri approvato martedì in Cdm, la Cancellieri conclude che “questo dipende da chi dovrà convertirlo”.

RICERCHE– Intanto però proseguono le ricerche di Bartolomeo Gagliano che secondo gli inquirenti potrebbe tornare a colpire a breve, magari con una rapina per finanziarsi. Al momento però si sono perse le sue tracce e gli agenti stanno cercando in Liguria e nelle regioni limitrofe ma anche in Francia e Spagna, in quanto trapela che forse l’automobile sulla quale viaggiava l’uomo sarebbe stata vista alla frontiere del Valico di Ventimiglia.

Se alcuni esperti sottolineano che l’uomo è pericoloso, come riporta l’Ansa, Gianfranco Nuvoli, lo psichiatra del carcere di Marassi sostiene che “nell’ultimo anno aveva cambiato il proprio stile di vita e non aveva dato segni di gravi problemi psichiatrici”.
In difesa dello zio fuggitivo è intervenuto anche il nipote, Andrea Gagliano: “Non è come lo dipingono i giornali. Non era più il tipo di 30 anni fa. Aveva messo la testa a posto. Forse ha perso la testa perché aveva ricevuto una risposta negativa per una licenza premio a Natale”, spiega il giovane.

Redazione

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