Grecia, crisi: riscaldamento “low cost” provoca aumento delle polveri sottili

Atene, Acropoli

Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori in Grecia, guidati da Constantinos Sioutas della Viterbi School of Engineering di Los Angeles in collaborazione con l’università del Wisconsin-Madison e di Tessalonica ha evidenziato le ripercussioni della crisi economica sulla qualità ambientale.

Nello specifico si evidenzia un aumento della pessima qualità dell’aria causata dalla combustione di carburante a basso costo per il riscaldamento delle abitazioni.
Lo studio presentato su “Environmental Science & Technology” mostra che la concentrazione di particelle d’aria fini in una delle zone economicamente più in difficoltà del Paese è aumentata del 30% dall’inizio della crisi finanziaria.

Un fenomeno che a lungo termine avrà anche delle ripercussioni sulla salute: infatti, come riporta Adnkronos salute, queste particelle fini (che misurano meno di 2,5 micron di diametre) possono insediarsi in profondità nel tessuto dei polmoni.

“Le persone hanno bisogno di stare al caldo d’inverno, ma devono affrontare il calo dell’occupazione e l’aumento dei costi del carburante. Il problema è che le difficoltà economiche stanno costringendo a scegliere combustibile di bassa qualità, come il legno o i materiali di scarto, che inquinano l’aria”, spiega Sioutas.

La ricerca si è basata su una raccolta di campioni di aria e informazioni dai cittadini greci sui metodi di riscaldamento adottati ed è stataha condotta in su due mesi nell’inverno 2012 e due nell’inverno del 2013.
I risultati dei due inverni sono stati confrontati e hanno confermato l’ipotesi dei ricercatori che hanno rivelato l’aumento di polveri sottili presenti nell’aria.

Redazione