“I libri non si bruciano”, la risposta del web all’assalto della libreria Ubik

Bücherverbrennungen nazisti (foto pubblico dominio)

Una provocazione e senza dubbio nulla a che vedere con i Bücherverbrennungen (in italiano ‘roghi di libri’) di nazista memoria, ma quel “Bruciate i libri” pronunciato da alcuni manifestanti del coordinamento 9 dicembre di Savona, entrati nella libreria Ubik della cittadina ligure, ha suscitato non poca indignazione nel mondo della cultura e il paragone coi roghi del 1933 si è purtroppo palesato, tant’è che a difesa della cultura è sceso in campo il popolo del web con un’iniziativa della Fondazione Caffeina, che ha creato un evento su Facebook, chiedendo agli utenti del popolare social network di condividere, nel corso della giornata di domani, la foto di un libro come avatar del profilo.

La onlus fondata da Filippo Rossi, già direttore del quotidiano online ‘Il Futurista’ e ora presidente del Consiglio Comunale di Viterbo, e Andrea Baffo scrive sul proprio evento Facebook: “L’idea di bruciare i libri è disgustosa. Manifestiamo online contro chiunque pensi una cosa del genere! La cultura è un patrimonio inalienabile e nessuno può permettersi di distruggerla”. Rilancia l’associazione nel corso del pomeriggio di oggi: “Siete pronti? Domani è il grande giorno! Ma chi vuole può iniziare sin da oggi a mettere la copertina di un libro sulla foto del profilo!”. Il tam-tam sui social network si espande e in poco tempo in molti pubblicano come foto del profilo l’immagine del loro libro preferito.

Lo spiacevole episodio della libreria Ubik di Savona era stato così raccontato sul profilo della stessa attività commerciale: “Alcuni manifestanti della protesta dei ‘Forconi’ un’ora fa sono entrati alla libreria Ubik di Savona, urlando davanti ai clienti ‘Chiudete la libreria!!Bruciate i libri!!’ E’ seguito un battibecco verbale, davanti anche a Andrea Chiovelli giornalista di Savonanews e alla tv dell’Università. La frase ‘Bruciate i libri!!’ fa venire i brividi. Riporta a periodi bui della storia. Speriamo che la protesta si affranchi da chi pare la stia strumentalizzando e orientando in modo violento e quasi eversivo, in stile fascista”.