
Il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci ha inviato una lettera al premier Enrico Letta esprimendo la sua contrarietà all’ipotesi di transito delle armi chimiche siriane nei porti dell’isola emersa dopo la disponibilità data dall’Italia nell’ambito del Vertice dei Ministri degli esteri Ue, a concedere un porto italiano per il programma di smantellamento delle armi chimiche siriane.
“E’ un’ipotesi che respingiamo con sdegno e con sgomento e che, ove necessario, contrasteremo in ogni sede possibile. Nessuna esclusa. Respingiamo altresì con la massima indignazione possibile un modo di pensare subdolo e strisciante che sembra ormai una sorta di automatismo, un riflesso, della politica romana: quello secondo il quale la nostra terra viene sempre indicata per prima quando si tratta di trovare una destinazione per un carico scomodo“.
“Allo stesso tempo – prosegue Cappellacci- la Sardegna non viene considerata una priorità riguardo a questioni, come ad esempio quella infrastrutturale, quella dei trasporti, giacenti da decenni. Nel corso degli anni abbiamo visto ministri e sottosegretari proporre centrali e scorie nucleari, carceri, rifiuti ed altre nefandezze che preferiamo restino dall’altra parte del mare. Se qualcuno confida nel fatto che i sardi sono pochi e che sono lontani dai collegi elettorali della politica nazionale che conta, sta sbagliando i suoi calcoli. Perché dinanzi a questo ennesimo sopruso siamo pronti a ribellarci con tutte le nostre forze”.
“La nostra isola si aspetta ben altro genere di attenzioni in un momento difficile sia perché siamo reduci da una calamità che ha ferito mortalmente il nostro popolo sia perché è ora che la nostra terra, per la sua cultura, per il suo ambiente e per la sua identità merita di essere considerata come il luogo ideale in cui collocare il meglio che può essere espresso dalle comunità nazionale e non le scorie di qualsiasi genere”, conclude Cappellacci sottolineando le possibili ripercussioni d’immagine per l’isola: “La scellerata decisione di indicare la Sardegna come possibile destinazione delle armi chimiche rischia di tradursi in un grave danno alla nostra immagine turistica, perché trasmetterebbe l’idea sbagliata della nostra terra”.
Il presidente della Regione invita dunque l’esecutivo ad una approfondita riflessione e a rivedere gli indirizzi del Governo circa il transito delle armi siriane.
Infatti, tra i porti che potrebbeo essere considerati, non solo quelli della Sicilia, ma anche quelli sardi come Cagliari, e in seconda istanza Porto Torres e Olbia.
In merito alla scelta dei porti, tuttavia, il Ministro degli Esteri Emma Bonino ha fatto sapere che la scelta non compete alle istituzioni italiane ma all’Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) che valuterà le diverse possibilità sulla base di tre elementi: “Il pescaggio, la capienza del porto e la lontananza o la vicinanza dal centro abitato”, afferma Bonino sottolineando che l’Opac ha “confermato la disponibilità ad esporre le modalità tecniche dell’operazione al Parlamento italiano, alla ripresa delle attività a gennaio”.
Come riporta cagliaripad.it, si tratta di 500 tonnellate di gas e altre sostanze sistemate distribuite in 150 contenitori. La pericolosità delle operazioni consiste nel fatto che le componenti separate, potrebbe essere pericolose se miscelate. Come riporta Euronews, secondo la Bonino, le operazioni di trasbordo dureranno circa 24-48 ore e si dovrebbero svolgere verso la seconda metà di gennaio.
Questi contenitori che partiranno dal porto siriano di Latakia, su navi norvegesi e danesi dovrebbero appordare in un paese “terzo”, tra cui l’Italia in attesa della nave americana Cape Raye sulla quale saranno trasferiti con la presenza degli specialisti in grado di neutralizzare le armi.
Redazione
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