
Approvate in Commissione Giustizia al Senato le norme che inaspriscono il reato di voto di scambio, punendolo con il carcere tra i sette e i 12 anni e introducendo il cosiddetto principio di punibilità del politico che “si mette a disposizione” del sistema mafioso. Contrari al provvedimento Forza Italia e Gal. Ha spiegato il senatore azzurro Giacomo Caliendo: “E’ stata ignorata l’intesa raggiunta alla Camera sull’elemento soggettivo della consapevolezza di chi chiede voti all’associazione criminale del soggetto che li promette in cambio di denaro o utilità. Per questo motivo il nostro voto è stato contrario”.
“L’elemento della consapevolezza risulta ridondante perchè già insito nella dolosità del comportamento”, ha invece spiegato Enrico Buemi del Psi, che della nuova legge sarà relatore in Aula. “Abbiamo votato ed approvato il nuovo testo del 416ter, secondo le indicazioni del movimento 5 stelle e malgrado la ferma opposizione di una parte dei commissari” – ha commentato soddisfatto il senatore pentastellato Michele Giarrusso – “E’ stata ripristinata la pena originale, che nel voto della camera aveva subito una gravissima decurtazione, ma soprattutto è stata introdotta la punibilità della messa a disposizione del politico nei confronti della associazione mafiosa”.
Questo il nuovo testo licenziato dalla Commissione Giustizia: “Chiunque accetta la promessa di procurare voti mediante le modalità di cui al terzo comma dell’articolo 416bis in cambio dell’erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di qualunque altra utilità ovvero in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze della associazione è punito con la stessa pena stabilita dal primo comma dell’articolo 416bis c.p. La stessa pena si applica a chi promette di procurare voti con le modalità di cui al primo comma”. Il testo ha avuto parere favorevole anche da parte del governo.
Redazione online