
Otto magrebini, ospiti del Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria, nel XV municipio di Roma, hanno inscenato nel pomeriggio di oggi una protesta tanto inedita quanto scioccante, decidendo di cucersi la bocca per manifestare la propria contrarietà all’eccessivo protrarsi della permanenza nel centro.
Il Cie di Ponte Galeria è uno dei più noti e contestati del territorio nazionale; qualche settimana fa era arrivata la denuncia del garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, che aveva osservato: “Tra le piogge torrenziali ed i primi veri freddi della stagione, gli oltre cento ospiti della struttura costretti a sopravvivere tra i disagi”. Aveva aggiunto il Garante: “Periodicamente siamo costretti a documentare disservizi e tensioni all’interno della struttura di Ponte Galeria. Lo scorso anno, ad esempio, nel bel mezzo dell’inverno, gli ospiti erano costretti a vivere in ciabatte per prevenire i rischi di fuga”.
Secondo Marroni, “chi ha la responsabilità della gestione di queste strutture deve mettere in preventivo che le condizioni di vita nel CIE sono pesantissime e i lunghi tempi di permanenza le trasformano in veri e propri luoghi di detenzione dove, paradossalmente, mancano le garanzie che ci sono nelle carceri”. Il CIE non è nuovo nemmeno ad atti violenti di contestazione, come quelli del dicembre 2012 e del febbraio di quest’anno. Oggi la nuova, clamorosa protesta dei quattro maghrebini. Le forze dell’ordine hanno spiegato che si sta cercando di far desistere gli immigrati ad andare aventi nella protesta.
Redazione online