
La norma che penalizza quei Comuni che scelgono di fare la guerra al gioco d’azzardo e alle slot machine, votata nei giorni scorsi al Senato all’interno del cosiddetto decreto Salva-Roma, verrà ritirata e non passerà al vaglio della Camera. Lo ha annunciato Andrea Romano, capogruppo dei deputati di Scelta civica: “E’ stato raggiunto un accordo di maggioranza che nel dl Roma ridefinisce le questioni dei giochi pubblici e la recessione discrezionale dai contratti di affitto immbobiliare per le pubbliche amministrazioni e gli organi costituzionali”.
Sulla questione è intervenuta anche la relatrice dell’emendamento, Federica Chiavaroli, senatrice del Nuovo Centrodestra: “Come ha chiarito anche il ministro Alfano, il Nuovo CentroDestra non ha nessuna intenzione di favorire il gioco. L’unico motivo per il quale avevo presentato l’emendamento al Dl ‘Salva Roma’ è stato quello di recepire, insieme a tutta la maggioranza, una richiesta del governo affinchè il regime regolato e vigilato del gioco fosse organizzato con responsabilità di tutti i livelli istituzionali. Constato che è stata scatenata dal segretario del Pd, senza rispetto per i suoi stessi parlamentari, una fiera dell’ipocrisia alla quale sono pronta a partecipare proponendo direttamente, per evitare ogni ulteriore strumentale equivoco, la proibizione del gioco in Italia”.
A favore della cancellazione della norma si è espresso anche Angelino Alfano: “Per noi la norma sulle slot machine può essere cancellata immediatamente, anche subito. Evidentemente quando è stato presentato l’emendamento è stato calcolato l’impatto economico della norma, ma non quello politico, mediatico e culturale. Il nostro movimento politico -ha assicurato il leader del Nuovo Centro Destra- non ha alcuna positiva attenzione verso il settore e io personalmente educo i miei bambini a stare alla larga da giochi che possono avvicinarli a quel mondo”.
L’ipotesi di una cancellazione, sposata da Matteo Renzi, era stata avanzata dal portavoce della segreteria del Pd Lorenzo Guerini: “È allo studio una norma che cancelli quella licenziata da Palazzo Madama”. Contro la norma si era scagliato in particolar modo il popolo dei social network, oltre che il Movimento 5 Stelle.
Redazione online