
“Non è colpa mia se oggi tali armi vengono usate là dove non si dovrebbe usarle. La colpa è dei politici non dei costruttori. Io ho creato armi per la difesa dei confini della patria”, è quanto aveva dichiarato Mikhail Kalashnikov, l’inventore dell’arma Ak-47 e che è morto oggi a 94 anni, a Izhevsk, località a 1.300 km a est di Mosca.
Nato in un piccolo villaggio della Siberia, tutta la sua famiglia,fu vittima della repressione staliniana e lui stesso fu deportato a soli 11 anni.
Kalashnikov ha dedicato tutta la sua vita alla costruzione del fucile d’assalto, fino a quando nel 2006 decide di appoggiare la campagna a favore del Trattato Internazionale contro la proliferazione delle armi da fuoco: “Quando vedo che civili inermi vengono uccisi o feriti da quei mitragliatori, sono assalito dall’ansia e dalla rabbia. Mi tranquillizzo ripetendo a me stesso che ho inventato quell’arma ormai 60 anni fa per proteggere gli interessi della mia patria”, commentava Kalashnikov.
Redazione