Stamina, l’attacco dei Radicali: “Vannoni rischia di rallentare la ricerca”

Cellule staminali (MAURICIO LIMA/AFP/Getty Images)

Dopo la conferenza stampa di oggi dei familiari di pazienti in cura col metodo Stamina, affiancati da alcuni medici, è arrivata la replica di Silvio Viale, medico, noto per la lunga battaglia per la Ru486, esponente di Exit-Italia e dell’Associazione Luca Coscioni per la Ricerca scientifica, vicino alle posizioni dei Radicali, il quale ha sostenuto: “ll punto non è tanto che Vannoni continui a spacciare illusioni per speranze, o che qualcuno gli creda e si affidi alla sua ‘acquà miracolosa, ma che nel suo preparato non vi siano adeguate cellule staminali, come sembra essere documentato dalle analisi predisposte dai Nas sul suo farmaco segreto”.

La gravità della questione il medico radicale la vede nel fatto che il metodo Stamina rovini “le potenzialità della ricerca sulle cellule staminali, in particolare quelle embrionali, le uniche potenzialmente in grado di trasformarsi in ogni tessuto nel proporre un metodo universale l’illusione di Vannoni rischia di rallentare la ricerca, focalizzandola su un elemento indeterminato, che sfrutta il nome delle staminali e aiuta chi si oppone alla ricerca sulle cellule staminali embrionali.

Insiste Viale: “Non stupisce che Vannoni non renda pubblico il proprio preparato, in modo da rendere la scoperta disponibile a tutti. Poco importa che non lo faccia per soldi, che lo faccia solo per acquisire semplicemente fama o che lo faccia per megalomania. Come non mi sorprende che molti siano disponibili a seguirlo, in buona o in cattiva fede, per irrazionale disperazione, per scommessa o per strumentalità politica io, che per la Ru486, un farmaco sperimentato e regolarmente registrato, ho dovuto subire l’ostracismo di ministri e politici di ogni risma non temo le staminali di Vannoni e gli dico ada pure dove gli sarà permesso di spacciare la sua pozione miracolosa”.

Ha concluso l’esponente radicale: “Per quanto mi riguarda, potrebbe continuare a farlo anche in Italia, purchè non chieda a me e al Ssn di essere complici e finanziatori della sua predicazione”.

Nel frattempo, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, attraverso una nota, ha annunciato che adirà ad azioni legali contro il medico Marino Andolina, per le dichiarazioni su “presunti complotti e consigli che il Ministro avrebbe ricevuto dalla criminalità organizzata”, ritenendole “fortemente diffamatorie dell’operato del ministro e del Ministero stesso”.

Redazione online