
Il segretario del Partito Democratico ha rifiutato il confronto con Enrico Letta e Angelino Alfano e in un’intervista al quotidiano La Stampa ha rilasciato dichiarazioni che non passeranno inosservate in questo fine anno: “Io sono totalmente diverso da loro, per tanti motivi”. .
Il sindaco di Firenze ci tiene a rimarcare le differenze: “Enrico è stato portato al governo anni fa da D’Alema e Alafno è stato messo lì da Berlusconi – precisa Renzi – Io ho ricevuto un mandato popolare , tre milioni di persone che hanno votato perché hanno condiviso quello che avrei fatto; è per questo che non si può più perdere tempo: con l’anno nuovo si passa dalle chiacchiere alle cose scritte che riguarderanno due temi capitali: lavoro e riforme”.
Renzi però conferma la “fedeltà” all’esecutivo e getta acqua sul fuoco sulle dichiarazioni di Davide Faraone che aveva sbottato: “O si cambia o si muore”. Il sindaco spiega: “Uno sfogo di pancia. Non è una dichiarazione di guerra perché le dichiarazioni di guerra le faccio io mettendoci la faccia”.
Operato del governo?: “Enrico mi chiese di non ostacolarli e io non ho disturbato. Ma potevano risparmiarsi e risparmiarci tante cose. E la faccenda della nomina da parte di Alfano di diciassette nuovi prefetti è soltanto la ciliegina sulla torta…”.
Renzi è categorico sul rimpasto: “Me l’ha mai sentito dire? Io quella parola, intendo rimpasto, non l’ho mai pronunciata e mai la pronuncerò. Anzi mi fa anche un po’ senso”. Su questa ipotesi il segretario del Pd chiarisce: “Se pensano di ingabbiarmi con un rimpasto sbagliano alla grande. Io fatico a tenere Delrio al governo, perché ogni tanto mi dice che vorrebbe lasciare”.
Il Governo andrà avanti?: “ Se Letta fa, va avanti. E continuo a credere che sia possibile. Certo se si passa alle marchette e se si passa dalle larghe intese all’assalto alla diligenza non va bene. E per fortuna non l’ho detto io: il primo critico è stato Napolitano”.
Legge elettorale: “Torno all’attacco degli elettori di Grillo e dei suoi parlamentari: in quel mondo lì c’è attenzione vera sull’urgenza di riformare il sistema”. Anche a Berlusconi lancia l’appello: “Pertecipa al varo della nuova legge e alla grande riforma di cui ha bisogno il Paese”. Sui suoi avversari politici conclude: “Vediamo come risponderanno gli uni e gli altri, ma io con loro ci parlo e ci parlerò sempre”.
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