
E’ tempo di buoni propositi per l’anno a venire e la ministra dell’Integrazione, Cecile Kyenge, non intende essere da meno. Nel corso di una conferenza stampa tenuta oggi la politica del Pd ha fatto sapere che per il 2014 il suo obiettivo primario sarà quello di far approvare una nuova normativa sulla cittadinanza. La polemica tra i sostenitori dello Ius soli e i difensori dello Ius sanguinius è quindi destinata ad avere un seguito nel corso del prossimo anno e a caratterizzare il panorama politico del futuro prossimo.
“il 2014 dovrà essere per l’Italia l’anno in cui si concretizzerà questa legge”, ha affermato Kyenge riferendosi alla volontà, da tempo manifesta, di cambiare con una regolamentazione che faccia riferimento al principio dello Ius soli (quello per cui ogni persona nata in Italia avrebbe diritto all’ottenimento della cittadinanza) l’attuale normativa modellata sull’idea dello Ius sanguiniu (il principio per cui la cittadinanza si affida in base all’appartenenza famigliare e biologica).
“E’ un lavoro, il nostro, che va avanti da tempo, sono sette mesi che stiamo avendo dialoghi, interessi, coinvolgimentio su questo tema con altri partiti, altre persone. Quindi sarebbe semplicemente la conclusione di un percorso lungo di un momento di partecipazione collettiva”, ha continuato Kyenge.
Un’eventuale legge sullo Ius soli avrebbe conseguenze sul trattamento riservato ai figli dei migranti che potrebbero godere di maggiori diritti e vedersi riconosciuti a tutti gli effetti cittadini del paese in cui sono nati e vivono. Proprio su questo punto Kyenge ha voluto insistere: “L’attenzione particolare dovrà focalizzarsi sui minori, sui bambini. I figli di migranti che non trovano ancora oggi uno strumento per un’integrazione utile nelle scuole, sia quelli nati in Italia sia quelli che arrivano molto presto”.
“L’Italia si è orientata sempre di più sullo ‘Ius soli’ temperato. I bambini che nascono da genitori che hanno già fatto un percorso di integrazione, non hanno nulla di diverso dai loro coetanei. Quindi la nuova legge che io penso sarà un misto tra ‘Ius soli’ temperato e ‘Ius culturae’, che includerà anche coloro che non sono nati nel territorio. Maggiore attenzione, collegamento con il territorio: questo secondo me deve essere il punto importante”, ha concluso la ministra.
Redazione online